Udienza fiume ieri in tribunale a Busto Arsizio con protagonista , l’infermiera di Lomazzo dell’ospedale di Saronno, accusata dell’omicidio del marito . La donna, difesa dall’avvocato del Foro di Varese si è sottoposta davanti al giudice del tribunale di Busto Arsizio all’incidente probatorio. Ha parlato per circa otto ore, tra le 9.30 e le 17.30. Ha ripercorso la propria vita dal momento dell’incontro con il marito Massimo Guerra, fino all’incontro nel 2005 all’ospedale di Saronno con , il vice primario del pronto soccorso accusato di omicidio volontario di quattro pazienti e, in concorso con la Taroni, dell’omicidio del marito.
La Taroni è accusata, invece, in questo procedimento esclusivamente del decesso del coniuge. Ma avrebbe rigettato ancora una volta tutte le accuse. Come aveva già fatto qualche mese fa davanti al pm. «Non volevo ucciderlo – avrebbe ribadito – volevo solo renderlo innocuo, non sapevo che stesse morendo lentamente».
I due amanti si sono ritrovati per la prima volta dopo l’arresto del 29 novembre. Nella stessa aula a pochi metri di distanza. Ma non si sarebbero rivolti neppure uno sguardo. L’amore di un tempo sarebbe ormai un fatto del passato: un sentimento morto e sepolto, tanto che anche ieri mattina la donna avrebbe preso le distanze da un uomo che, secondo il suo racconto, l’avrebbe «plagiata, condizionata», rendendola succube.
Nel frattempo è stato anche affidato l’incarico della perizia che tra gli altri aspetti potrebbe anche definire questo presunto aspetto di sudditanza. Questa figura di grande fascino l’avrebbe attratta a tal punto da diventare un riferimento sempre più presente e forte nella sua vita. Una figura che ai suoi occhi avrebbe assunto, sempre secondo quanto avrebbe raccontato, i crismi di qualcosa di addirittura sovrannaturale, forse più vicino a un dio che a un essere umano. Il medico pare avesse con sé un taccuino, forse per appuntarsi ciò che stava ascoltando.
Il processo vero e proprio prenderà il via l’8 gennaio dell’anno prossimo quando sul banco degli imputati dovrebbero sedere anche una ulteriore dozzina di persone, tra dirigenti, figure apicali e medici dell’ospedale di Saronno che a vario titolo dovranno rispondere di omissione di denuncia e favoreggiamento. Cazzaniga, invece, difeso dall’avvocato del Foro di Brescia, dovrà rispondere di quattro omicidi in corsia per morti sospette, oltre al decesso in concorso con la Taroni, del marito Massimo Guerra.