«Chi ha un’idea oggi deve crederci. Noi siamo qui oggi perché tutti, tutti insieme, ci abbiamo creduto». Quella raccontata da Enzo Muscia, amministratore unico di A Novo Italia srl è la storia di un successo, è la dimostrazione che non è mai impossibile cambiare le sorti di una storia che pare già scritta.
A Novo Italia spa sino al 2011 era controllata dall’omonimo colosso francese dell’assistenza post vendita dei prodotti elettronici di consumo e professionali. Un colosso da 35 milioni di fatturato annui, che nella filiale italiana di Saronno era arrivato ad avere 320 dipendenti.
Nel 2011 la chiusura: 320 persone restano senza lavoro. Compreso Muscia, all’epoca responsabile del settore vendite che, pur conoscendo le difficoltà del mercato, pur nella consapevolezza della crisi aveva una certezza: quell’azienda, al di là delle pretese dei francesi, era sana. «Ho lavorato qui per 23 anni – spiega oggi Muscia che il 2 gennaio è già in ufficio insieme ai suoi collaboratori – Sapevo che potevamo avere mercato puntando sull’alta qualità che possiamo garantire attraverso un solidissimo know how».
Avuta l’idea servivano i capitali: «Capitali che nessuna banca ha voluto fornire – spiega Muscia rinsaldando la convinzione che in Italia le banche prestano soldi a chi ne ha già – Così abiamo preso una decisione».
Ipotecare la propria casa: Muscia, con il socio finanziatore Fabrizio Masciocchi, ha messo ciò che possedeva, l’abitazione dove vive con la moglie e i figli, a garanzia dell’impresa. Trovati i fondi ha preso vita la nuova A Novo: da subito Muscia a riassunto undici degli ex colleghi. Si puntava ad arrivare a 25 entro fine 2013: oggi alla A Novo srl lavorano 38 persone. In 14 mesi l’azienda ha triplicato il numero di dipendenti e nel luglio scorso ha firmato in Olanda un contratto con il colosso Philips per la durata di un anno e mezzo.
«Ovviamente puntiamo al rinnovo – spiega Muscia – Aggiudicarsi il contratto non è stato semplice: ovviamente c’era molta concorrenza anche da parte di realtà più grandi della nostra. Philips ha scelto di darci fiducia: sanno come lavoriamo, conoscono l’alta qualità del servizio che offriamo. Servizio che cerchiamo di ampliare sempre più».
Il segreto? «Flessibilità – spiega Muscia – Siamo in grado di trovare soluzioni ad hoc per ciascuna esigenza. L’unico standard è quello dell’alta qualità. Il resto sono flessibilità e lavoro. Ogni giorno, senza sosta, a testa bassa a cercare clienti, soluzioni. Sempre restando con i piedi per terra”. Si chiamano workers buyout e sono in crescita costante: dipendenti che, ad esempio, investono il TFR per rilevare l’azienda dove lavorano. Persone capaci di immaginare un altro futuro: “Crederci – conclude Muscia – Lavorare, restare concreti ma crederci sempre e sino in fondo”.
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