MILANO – Un blitz che ha provocato danni per il tipo di vernice usata, quello degli attivisti di Ultima generazione, messo a segno sull’Arco della Pace. La vernice usata per imbrattarlo, non sarebbe idrosolubile e, quindi non è sufficiente l’intervento con l’idropulitrice, come si era sperato inizialmente. Per rimuovere la vernice rosa dall’Arco della Pace, dopo il blitz di mercoledì 15 novembre è necessario un accurato intervento di restauro. E’ quanto emerso nella giornata di ieri da un sopralluogo dei tecnici del Comune,
al quale hanno partecipato la Soprintendenza della Città Metropolitana di Milano e i tecnici del Nuir del Comune di Milano. Sarà la Soprintendenza di Milano a gestire le operazioni di pulizia e restauro. In sostanza è quanto già accaduto a marzo dopo il blitz sulla statua di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo, quando venne usata pittura gialla non lavabile. Ripulire il monumento era costato 30 mila euro. La protesta del 15 novembre, che a questo punto diventa vandalica e non solo dimostrativa e simbolica, è stata inscenata da sette attivisti di Ultima Generazione che hanno usato gli estintori per spruzzare la vernice sulle colonne del monumento nell’area pedonale di Parco Sempione. Fermati dalla polizia e portati in questura, i sette attivisti sono stati denunciati per imbrattamento.