Milioni di voti stimati e più di 800 feriti: altissima tensione in Catalogna per il referendum per l’indipendenza. Per il premier spagnolo è stata solo «una sceneggiata».
Le immagini choc che sono circolate sul web e in tv nel corso della giornata di ieri rimarranno nella storia: anziane 70enni trascinate a forza dalla Guardia Civil fuori dai seggi, inermi elettori sanguinanti per le strade, vigili del fuoco che con le mani in alto si frappongono tra i manifestanti e gli agenti in assetto antisommossa, la porta sfondata del seggio di Girona dove era atteso il presidente catalano , l’irruzione della polizia in un seggio per sequestrare le urne dove gli elettori stavano depositando le schede elettorali.
Una giornata ad altissima tensione in Catalogna. Per il governo catalano le cariche della Guardia Civil e della polizia statale, hanno lasciato sul campo un bilancio di 844 feriti. Il ministero degli interni spagnolo ha contato invece 33 agenti feriti, di cui 19 tra le file della polizia e 14 della Guardia Civil. Sei le persone arrestate per resistenza. Una prova di forza di Madrid per la quale il portavoce del governo catalano ha annunciato che «lo Stato spagnolo dovrà rispondere della violenza esercitata contro la Catalogna davanti ai tribunali internazionali». Mentre in serata plaza Catalunya a Barcellona si stipava di manifestanti che gridavano “Ya hem votat” – “Abbiamo votato” – , il governo catalano stimava, in assenza di dati ufficiali a spogli ancora in corso, in circa tre milioni le persone che si sono mobilitate per il referendum di autodeterminazione, su 5,3 milioni di aventi diritto al voto.
Domani in Catalogna verrà indetto uno sciopero generale per denunciare la repressione dello Stato spagnolo. In serata, in un discorso alla nazione, il premier Popolare Rajoy ha usato parole molto dure nei confronti del referendum catalano, definito «un ricatto di pochi» e «una sceneggiata degli indipendentisti» alla quale «la maggioranza del popolo catalano non ha partecipato, dando prova di senso civico e grande rispetto per i principi che sono alla base della nostra convivenza. Oggi abbiamo constatato la forza della democrazia spagnola». Rajoy ha affermato di «non voler chiudere nessuna porta, non l’ho mai fatto. Ma sempre nei confini della legge e nel quadro della democrazia». Il sindaco di Barcellona ne ha chiesto le dimissioni.