Militari in frontiera contro i profughi

La Svizzera pensa di mettere ai voti la proposta. Entusiaste le reazioni della Lega Nord. Candiani: «Loro padroni a casa loro, noi invece...»

– Mentre a Varese si emettono nuovi i bandi per garantire l’accoglienza ai profughi che continuano a sbarcare senza sosta, la Svizzera pensa allo schieramento dell’esercito per difendere le frontiere e bloccare i flussi. E i leghisti lanciano la loro provocazione: «Buttate i documenti e fingetevi tutti clandestini».
I ticinesi potrebbero essere presto chiamati a votare sul delicato tema della chiusura dei confini rispetto agli stranieri. A proporlo sarebbe un dossier del Partito Polare Democratico elvetico che si avvicinerebbe a quella che è la proposta del presidente del governo ticinese.

Il leghista paventa infatti la chiusura momentanea dei valichi. Un provvedimento, che se votato, andrebbe in controtendenza rispetto alla linea italiana di apertura nei confronti dell’immigrazione e dei profughi.
«Farebbero bene – commenta il senatore leghista tradatese – Sono padroni a casa loro. Fanno gli Svizzeri, siamo noi che non sappiamo fare gli italiani».
Non sappiamo cioè tutelare i nostri interessi, perché «non siamo in grado di sostenere questo carico sociale che sta riempiendo il Paese –

aggiunge – È impossibile che le nostre economie possano sostenerlo ancora a lungo».
Da qui la provocazione: «L’unico consiglio che mi sento di dare agli italiani è quello di buttare i loro documenti d’identità e poi presentarsi alle frontiere come clandestini. Così avrebbero più opportunità di essere sostenuti dallo Stato Italiano».
Proprio la contrapposizione tra immigrati accolti in strutture e “mantenuti” e gli italiani indigenti abbandonati a se stessi è il tema forte dei leghisti.
«Quando mi hanno insegnato ad aiutare il prossimo – dice il segretario cittadino del Carroccio – me lo ero immaginato più vicino. La carità cristiana credo debba essere rivolta prima verso chi ti è accanto e poi progressivamente sempre più lontano, secondo le disponibilità. Non il contrario».

Inutile dire che l’Italia oggi non è nella situazione di poter fare la “splendida”. Proprio come la Svizzera, che però reagirà diversamente.
La proposta bipartisan elvetica sarà discussa il 29 agosto e, se accolta, sarà presentata al Parlamento a settembre. Tra i punti presi in esame, oltre la possibilità di impiegare l’esercito alle frontiere, in particolare proprio in Ticino da dove il flusso di migranti dopo essere arrivati al Nord cerca di infilarsi, c’è anche altro. Il documento prende in esame anche la naturalizzazione, ma solo per gli stranieri integrati.
Ovvero per chi dimostra di conoscere almeno una lingua nazionale, chi rispetta la sicurezza, l’ordine pubblico, i valori della Costituzione federale, partecipa alla vita economica e si adopera per l’integrazione della sua famiglia.
Inoltre, per il Ppd, le persone ammesse provvisoriamente in Svizzera non dovrebbero più poter rientrare nel loro paese, salvo in casi eccezionali, come per i funerali di famigliari.

Per evitare che i profughi inviino soldi nel loro Paese, gli aiuti in Svizzera non dovrebbero più essere in denaro contante, ma versati sotto forma di buoni o di prestazioni in natura.
Inoltre i richiedenti l’asilo dovrebbero lavorare non appena lasciati i centri di registrazione e una parte del loro salario servirebbe a finanziare un fondo per l’aiuto ai rifugiati.
«Non mi sembra ci sia altro da aggiungere. Sono tutte proposte coerenti con chi vuole difendere civilmente i propri cittadini. Sono provvedimenti necessari, presi in un contingente che lo richiede. È l’Italia il paese dei paradossi».