– «Prepara la bara in noce, ti facciamo le condoglianze per il defunto». Le minacce di morte dello stalker erano diventate la quotidianità: l’uomo, infatti, molto spesso utilizzava il profilo Facebook della ex compagna per minacciare il suo attuale partner. L’inventario delle minacce era molto ampio e variegato: l’intenzione era quella di mettere paura al nuovo rivale e di riflesso anche alla ex compagna. Forse non si era mai arreso all’idea che la ex potesse essersi rifatta una nuova vita con un altro.
Nei guai è finito un uomo di 30 anni di Venegono Superiore: lo stalker, che dovrà rispondere di atti persecutori, è finito nelle ultime ore in carcere a Como. La vittima è un giovane commerciante di Mozzate di 26 anni. La sua unica colpa è stata quella di aver allacciato una relazione con la donna “sbagliata”. E’ finito così un incubo che durava già da diversi mesi, ma grazie ai carabinieri della stazione di Mozzate, la vicenda ha avuto un epilogo positivo. Secondo la ricostruzione investigativa, per il venegonese quella verso il commerciante di Mozzate era diventata una vera e propria fissazione. Attraverso WhatsApp e Facebook faceva arrivare i suoi messaggi intimidatori: minacce esplicite di morte pubblicate sul profilo della ex compagna con tanto di nome e cognome del fidanzato, che era poi il suo vero obiettivo. Circa sei mesi fa l’uomo si è rivolto alle autorità: ormai sfinito dalla vicenda ha ottenuto lo scorso mese di febbraio un provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima: in sostanza il venegonese non poteva stare a meno di 500 metri di distanza dal negozio di Mozzate. Almeno in una circostanza anche questo provvedimento sarebbe stato disatteso, tanto che una pattuglia lo avrebbe notato a bordo di una macchina di grossa cilindrata aggirarsi nei paraggi del negozio. Quando, però, si è accorto di essere stato scoperto se l’è filata facendo perdere momentaneamente le tracce. Ma la situazione nel frattempo non è migliorata: più di una volta lo stalker sarebbe passato sgommando davanti all’attività e le minacce anche attraverso internet sono proseguite. Il 26 aprile, sulla base degli accertamenti compiuti dalla caserma di Mozzate, è stato disposto l’obbligo di dimora. Una misura disattesa, tanto che anche nelle ultime ore il fiume di minacce ha inondato nuovamente internet. Dopo le ultime violazioni, il tribunale ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere. I militari lo hanno trasferito in carcere a Como.