– Aveva accoltellato ad agosto un compagno boy scout durante un campeggio in provincia di Livorno e ora, accusato di tentato omicidio, si trova in custodia in una struttura di recupero nel Comasco. La famiglia è molto preoccupata per la sua sorte poiché circa un mese fa, il ragazzino, un diciassettenne di Malnate, avrebbe tentato il suicidio. La mamma si è dunque rivolta alle istituzioni: «Chiedo di poter vedere mio figlio – dice la donna – almeno una volta a settimana. Al momento, tranne per incredibili eccezioni, riesco a vederlo una volta al mese. Mi piacerebbe che fosse trasferito a Varese e poterlo incontrare tutti i giorni per parlargli, rincuorarlo. L’ho incontrato a Natale: era disperato, mi chiedeva di farlo uscire da quella struttura. Siamo preoccupati che possa ripetere certi gesti, anche se adesso è tenuto sotto controllo costantemente».
La vicenda risale allo scorso mese di agosto. Il diciassettenne di Malnate si trovava in vacanza con un gruppo scout in provincia di Livorno, per la precisione a Corbolone. Per motivi ancora ignoti, afferrò un coltello di una ventina di centimetri avventandosi contro un altro ragazzo, anche lui residente in provincia di Varese. Lo colpì con almeno due fendenti: uno alla gola e l’altro al petto. Si innescò una colluttazione nella quale rimase ferito lievemente anche l’aggressore. Per fortuna nessuno riportò gravi ferite. Ebbe la peggio l’aggredito, che in ospedale venne giudicato guaribile in 5 giorni. I carabinieri che intervennero sul posto denunciarono il diciassettenne di Malnate per tentato omicidio.
La speranza della famiglia è però quella che presto anche il capo d’imputazione possa essere alleggerito in lesioni gravi. Nel frattempo il ragazzo finito in una struttura di recupero è stato sottoposto a una perizia psichiatrica i cui esiti dovrebbero essere diffusi a febbraio. «Ho avuto modo di parlare con mio figlio – ha raccontato la madre – e mi ha detto che la sua è stata una reazione a una situazione di bullismo che stava vivendo da tempo.
L’altro ragazzo continuava a prenderlo in giro: gli dava del poveraccio, della m…., usava anche degli insulti omofobi. Il suo è stato un atto istintivo del quale peraltro si è anche pentito. Lui stesso mi ha detto che era molto dispiaciuto per quello che era successo. Mi ha chiesto come stava il ragazzo che aveva ferito. Ha soli 17 anni e non ha mai dato problemi. Chiedo solo di poter vedere mio figlio più spesso e di poterlo sostenere da mamma».