"Mio padre voleva proteggerci"Parla il figlio dell’uomo ucciso a Fagnano

FAGNANO OLONA A ventiquattr’ore di distanza dal delitto di via Pasolini gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica. Sul movente costato la vita a Patrizio Castiglioni, fagnanese di 51 anni, operaio in una tessitura di Olgiate, invece, non c’è chiarezza. Domani il pm Massimo Baraldo affiderà l’incarico per l’autopsia sull’uomo, incensurato, sposato da quasi 30 anni con Rita, padre di Alberto, di 24 anni, e di un altro figlio diciassettenne. Sempre domani il gip Maria Greca Zoncu ascolterà Mario Fiordimondo, fagnanese di 21 anni, tossidipendente con precedenti, arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Intanto la famiglia piange «un uomo stupendo, sapeva fare tutto e voleva proteggerci».

Due colpi
Fiordimondo, stando alle testimonianze raccolte dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Busto, ha colpito due volte alla schiena Castiglioni con un coltellaccio da cucina (circa 30 centimetri di lama). Uno dei due fendenti dopo aver reciso l’aorta ha raggiunto il fegato. Per il cinquantunenne, arrivato in ospedale in stato di choc emorragico, sottoposto a trasfusioni e a un delicatissimo intervento chirurgico durato 4 ore non c’è stato scampo. Tutto partirebbe da un debito.

Per i Castiglioni tale Daniele G., nella cui abitazione ha avuto inizio la lite, doveva circa 130 euro al figlio maggiore della vittima. Per Daniele era il contrario. L’altro ieri Rita, la moglie di Patrizio, a fronte dell’ennesima minaccia, ha chiamato il marito che, con in tasca un coltello e una forbice, ha chiesto un permesso lavorativo ed è andato ad affrontare Daniele G.  Alberto e Daniele si conoscevano e, forse, tra i due gruppi c’era già parecchia tensione. Daniele, vedendo arrivare Castiglioni, seguito dal figlio maggiore preoccupato, avrebbe chiamato rinforzi contattando Christian, fratello di Fiordimondo. Contemporaneamente Rita avrebbe avvisato della possibilità di scintille un vicino di casa di Daniele. Il gruppo si è fronteggiato sulla strada: padre e figlio avrebbero preso due schiaffi ma la lite, seppur violenta, si stava per concludere senza gravi conseguenze quando Mario Fiordimondo è uscito dall’abitazione di Daniele G. accoltellando Castiglioni. Il coltello è stato poi nascosto sotto una siepe e lo stesso Fiordimondo, dopo l’arresto, ha indicato ai carabinieri dove recuperarlo. Il vicino amico dei Castiglioni (la cui anziana madre ha accusato un malore) ha avuto un diverbio con Daniele finendo in ospedale con un trauma cranico.

sempre al lavoro
Mio padre era un uomo stupendo – racconta intanto Alberto – Era come MacGyver. Sapeva aggiustare ogni cosa, sapeva fare tutto. Da quando sono nato l’ho sempre visto lavorare per noi, per la sua famiglia. Sapeva starci vicino e ci ha sempre protetto». Venerdì «è successo il peggio. Dopo averci insultato per settimane per telefono chiedendoci soldi non dovuti, hanno fatto questo. Quei soldi se li era presi lui, me li aveva presi. E continuava a tormentarci perché ne voleva altri. Mio padre voleva soltanto parlargli, farli smettere, soprattutto di insultare la mamma per telefono. Le persone perbene non immaginano mai che possano accadere cose del genere e, purtroppo, sono sempre loro ad uscirne ferite. Io mi auguro che venga fatta giustizia per mio padre. Anche se niente ce lo restituirà».
Simona Carnaghi

e.marletta

© riproduzione riservata