Quello di ieri mattina è stato un risveglio choc per la comunità di Sumirago, colpita nel cuore dalla notizia del possibile ritrovamento del corpo di e della compagna . Sono stati estratti a un’ottantina di metri di profondità dal velivolo Islander yv2615u a Los Roques i resti di tre persone (in un primo momento si parlava di cinque). Secondo alcune fonti, avevano ancora le cinture allacciate, ma la notizia non è stata confermata.
In ogni caso si tratta purtroppo del velivolo scomparso lo scorso 4 gennaio con a bordo Vittorio Missoni, Maurizia Castiglioni, ,
e il copilota. Anche se manca ancora il riconoscimento ufficiale, l’ultima speranza di ritrovarli ancora vivi si sta spegnendo del tutto e presto Sumirago e Busto (dove vive la famiglia di Maurizia) potrebbero avere un corpo su cui piangere.
Il paese ha risposto alla notizia con un certo stordimento. «C’era una piccolissima speranza – dice il presidente del Sumirago Calcio, – e ora non c’è più. Lo abbiamo perso, è terribile. Personalmente ho perso un amico, un mio coscritto, una persona straordinaria alla quale mi sento molto legato».
Vittorio aveva instaurato un rapporto molto speciale con lo sport di Sumirago, in particolare con la società di calcio della quale era diventato anche presidente onorario. Una carica che gli spettava di diritto vista la partecipazione, il coinvolgimento e la vicinanza. Il legame con la squadra di calcio non si è mai spezzato visto che uno dei suoi tre figli ci gioca. «Ci manca tantissimo – dice commosso Zampese – spero che i ragazzi, che sono persone meravigliose come lo era Vittorio,
possano andare avanti proseguendo l’attività di famiglia al meglio. Lo scorso anno hanno affrontato due vicende umane terribili (la morte del nonno Ottavio e l’incidente aereo) non ci sono parole. Vittorio era una persona fantastica, un uomo molto corretto, una spalla per l’impegno messo verso l’associazione. Ci si sentiva due volte a settimana, ci era vicino ed era informato sulle nostre vicende. C’era sempre, era un uomo normale che non ha mai fatto pesare il fatto che potessero esserci delle differenze. Davvero una grande persona. Come si sua dire in ambito calcistico era ormai diventato uno di noi».
In azienda in via Rossi la notizia si è diffusa molto rapidamente: «Di ufficiale non abbiamo saputo nulla – racconta una dipendente della ditta – poi abbiamo ricevuto alcuni messaggi sul cellulare ma fino alla fine abbiamo sperato che questa notizia non fosse vera». Un doppia tragedia, dopo la scomparsa di qualche mese fa del mitico , che cade proprio nell’anno del sessantesimo dell’azienda.
«L’ultima volta che ho visto Vittorio – ricorda la donna – era nel periodo natalizio. Come da tradizione si era vestito da Babbo Natale. Come capita ogni anno sono stati premiati i dipendenti che avevano celebrato i 25 anni in azienda, ma poi sono stati festeggiati anche i più piccoli, ai quali sono consegnati i regali natalizi: «Quello – confida la donna – resta un momento indimenticabile. Vittorio era un uomo di grandissima umanità e sempre alla mano. Era solare, sempre sorridente, questa sua solarità l’ha trasmessa anche ai figli che sono come lui. Ci speravamo, ma è ovvio che con il trascorrere del tempo la situazione era sempre più complicata e le speranze di vederlo vivo, sempre di meno».
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