MALNATE Acqua alla trielina nel pozzo della Celidonia: nelle ultime settimane il fantasma della trielina è tornato ad agitare i pensieri dei malnatesi. Il Comune è tempestivamente corso ai ripari mettendo in campo tutti gli interventi necessari per affrontare l’emergenza a garanzia della salute pubblica. Il pozzo inquinato, infatti, è stato subito isolato tanto che dal momento in cui sono emersi i dati poco rassicuranti sulla presenza di trielina l’acqua della Celidonia è stata dirottata senza alcun indugio nella rete fognaria.
Nessun allarmismo quindi, ma resta il fatto che qualcuno, probabilmente un’azienda, ha sversato il materiale inquinante nel pozzo della Celidonia creando un gravissimo danno alla comunità.
Una vicenda preoccupante che riporta Malnate indietro di qualche anno, quando negli anni Novanta il problema della trielina divenne un’emergenza che scatenò in paese preoccupazione, rabbia e polemiche. I valori sono distanti dai picchi di quei giorni, ma il livello di attenzione resta molto elevato. L’allarme trielina è scattato già da qualche tempo da quando Aspem, grazie ai controlli periodici delle condizioni delle acque, ha allertato gli uffici di piazza Vittorio Veneto segnalando i valori anomali del pozzo Celidonia. Il primo dato ufficiale aveva evidenziato un valore di inquinante pari a 29,6 microgrammi per litro d’acqua. Un indice quasi tre volte superiore al limite previsto dalla legge fissato in un massimo di dieci microgrammi di trielina per litro. Gli uffici comunali hanno rassicurato la cittadinanza: «Immediatamente – fanno sapere da piazza Vittorio Veneto – sono state attivate le azioni di messa in sicurezza di emergenza. Da subito si è impedito che l’acqua finisse in rete. Il pozzo è stato spento, il giorno dopo è stato riacceso e l’acqua è stata direttamente indirizzata in fognatura in modo da favorire lo spurgo del pozzo. Lo spurgo è stato effettuato per evitare la contaminazione dei pozzi posizionati a valle. Sono state attivate tutte le procedure di legge e sono stati informati tutti gli organi competenti». A questo punto è caccia agli inquinatori del pozzo: «Stiamo completando la mappatura dei centri produttivi della zona per chiarire la fonte».
I costi per lo smaltimento delle trielina sono elevati, così qualcuno nel corso del tempo potrebbe aver sversato il materiale inquinante, senza rispettare le regole, facendo impennare il dato della presenza di trielina. Il Commissario Prefettizio, Annunziato Vardè, per primo si è mosso in tutte le sedi, compresa la Procura della Repubblica, per dare impulso all’attività di prevenzione e di repressione.
b.melazzini
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