Belgrado, 1 giu. (TMNews) – Dopo l’estradizione dalla Serbia e l’ingresso, ieri sera, nel centro di detenzione preventivo di Sheveningen, presso l’Aia, Ratko Mladic deve ora, da regolamento, “comparire tempestivamente”, per la prima volta davanti ai giudici del Tribunale penale per i crimini nella ex Jugoslavia (Tpi). Secondo l’emittente B92 l’udienza preliminare si terrà entro 48 ore dall’arrivo dell’ex generale in Olanda. Maggiori dettagli saranno forniti dal Procuratore capo del Tpi, Serge Brammertz, nella conferenza stampa convocata a mezzogiorno. E non viene esclusa ancora nemmeno una comparsa già oggi.
Nerma Jelacic, portavoce del Tpi, ha indicato che dopo l’ingresso in carcere, a Mladic sono stati consegnati gli atti di accusa e spiegate le regole di detenzione, oltre ad essere stato sottoposto ad un check up medico. Nello specifico, dopo la recente modifica dell’imputazione originaria a carico dell’ex leader militare dei serbi di Bosnia, quella attuale prevede 11 capi di accusa, inclusi quelli di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità: deve rispondere del massacro di 8.000 civili musulmani a Srebrenica, in Bosnia e dell’assedio di Sarajevo, durante la guerra civile bosniaca del 1992-95.
Una volta comparso per la prima volta davanti alla camera giudicante – composta dall’olandese Alphons Orie, il tedesco Christoph Fluegge e il sudafricano Bakone Moloto – a Mladic sarà chiesto di confermare la propria identità e di rispondere per ogni capo di accusa a suo carico: non è previsto un contraddittorio, ma solo la dichiarazione di colpevolezza o meno da parte dell’imputato. Nell’ipotesi, pressoché scontata, che l’ex militare – arrestato giovedì scorso nel Nord Est della Serbia, dopo 16 anni di latitanza – respinga le accuse, l’imputato ha fino a trenta a giorni di tempo per chiedere che gli venga nuovamente sottoposto il quesito di colpevolezza o meno.
Intervistato dall’agenzia serba, Beta, il Procuratore Brammertz, ha dichiarato che non cercherà di trattare o dialogare con Mladic, durante la sua primissima fase di detenzione. Questa era, infatti, un’abitudine del suo predecessore, Carla Del Ponte, la quale chiedeva sempre un faccia a faccia diretto con i neo imputati del Tpi, subito dopo l’arrivo in prigione.
Iso
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