Parigi, 28 mag. (TMNews) – Il presidente serbo, Boris Tadic, ha negato, in una intervista a France 24, che l’arresto dell’ex comandante serbo-bosniaco, Ratko Mladic, dopo 16 anni di latitanza, sia “una moneta di scambio” per l’adesione del suo Paese all’Unione europea.
“Abbiamo chiuso questo capitolo con Ratko Mladic per noi stessi e non per farne una moneta di scambio qualunque”, ha spiegato il presidente serbo in questa intervista realizzata ieri sera. Tadic ha tenuto a sottolineare che l’arresto di Mladic e le recenti visite di rappresentanti dell’Unione europea a Belgrado sono state “una assoluta coincidenza”. Bruxelles ha sempre posto l’arresto dell’ex capo militare dei serbi di Bosnia come una condizione per l’ingresso della Serbia nell’Ue.
Se l’arresto di Mladic fosse stato orchestrato a tale fine, ha detto ancora Tadic all’emittente transalpina, sarebbe stato organizzato “alcuni giorni prima della decisione della Commissione europea” sulle prossime tappe del processo di adesione della Serbia, prevista in ottobre. Ma, ha proseguito, “non è stato calcolato così”. “Sull’arresto di Ratko Mladic, abbiamo lavorato molto intensamente dall’inizio di questo governo”, ha spiegato il presidente serbo che ha aggiunto: “Lo abbiamo fatto per noi, non per l’Unione europea o per il tribunale dell’Aia”.
Tadic non ha fornito precisazioni sul trasferimento di Mladic a l’Aia, autorizzata dalla magistratura serba ma che potrebbe essere oggetto di un appello. “E’ in grado di essere trasferito ma ci sono delle procedure da rispettare. Tutto questo è molto chiaro. E noi confidiamo in un processo equo”, ha dichiarato. (con fonte Afp)
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