Gerusalemme, 24 mag. (Apcom) – L’italiano Max Calderan e’ un corridore davvero speciale, che unisce alle sue incredibili doti di resistenza fisica un genuino spirito pacifista che lo ha portato a correre “per l’amore e la pace” nei deserti di vari Paesi del Medio Oriente. Tanto da meritarsi il titolo di “Re dei deserti”. Dopo aver attraversato i deserti dell’Oman e del Qatar in condizioni estreme, Calderan partito ieri da Ramallah (Cisgiordania) contava di percorrere 540 km fino al Monte Sinai. La sua corsa pero’ si e’ fermata al valico di Erez, tra Gaza e Israele. Le autorita’ israeliane non hanno permesso al corridore di entrare nella Striscia di Gaza.
“Non capisco perche’ – ha detto Calderan ad Apcom oggi a Gerusalemme – avevo ottenuto dai massimi rappresentanti delle istituzioni italiane e, successivamente, dal ministero dello sport israeliano l’assicurazione che avrei completato il mio percorso senza incontrare problemi. Ieri invece quando sono giunto ad Erez ho trovato chiuso il valico e ho scoperto che in realta’ non mi era stata data alcuna autorizzazione (all’ingresso nella Striscia)”.
“Mi hanno detto che Gaza e’ pericolosa, che e’ controllata da terroristi, ma io dovevo rimanerci solo un’ora, peraltro accompagnato da funzionari delle Nazioni Unite”, ha aggiunto.
Calderan, 41 anni, originario di Portogruaro ma residente a Roma, ha stabilito tra il 2006 e il 2009 record mondiali percorrendo in 90 ore i 202 km di lunghezza del Qatar e per ben tre volte e il territorio del Sultanato dell’Oman. “I limiti ci vengono imposti e ci condizionano, dobbiamo avere la capacita’ di superarli”, ha spiegato l’atleta esprimendo la filofosia di vita che lo ispira e lo porta a battersi per la pace e il dialogo in tutti i territori di guerra.
Ieri il corridore italiano aveva incontrato i primi problemi gia’ al posto di blocco di Kalandia, tra Ramallah e Gerusalemme. “Il vice direttore del ministero dello sport israeliano David Malka e’ stato molto gentile e ha cercato di aiutarmi – ha raccontato il corridore – ma al posto di blocco quando ho provato a passare mostrando il mio passaporto italiano, sono stato accolto dai mitra dei militari israeliani puntati nella mia direzione”. Calderan successivamente ha proseguito verso Gaza ma, dopo 15 ore di corsa, ha trovato il valico di Erez chiuso, nonostante le assicurazioni ricevute dal ministero dello sport israeliano.
“E’ stato un peccato perche’ la mia iniziativa voleva solo favorire il dialogo tra i popoli e portare l’amore in queste terre. Oltre al passaggio per Gaza, avevo intenzione di recarmi anche a salutare la popolazione di Sderot (la citta’ israeliana presa di mira da razzi palestinesi, ndr). Le cose pero’ non sono andate come mi avevano garantito in Italia e in Israele”, ha sottolineato con rammarico Calderan.
Il corridore infine ha riferito che gli israeliani gli hanno proposto un percorso alternativo. “Mi hanno chiesto di partire da Gerusalemme dopo aver stretto la mano al sindaco (israeliano) – ha detto – e di passare anche per altre citta’ israeliane, dove avrei dovuto incontrare altri sindaci, fino a raggiungere Sderot. Soltanto dopo mi sarebbe stata data l’opportunita’ di entrare a Gaza. Ma io non ho accettato, perche’ sono neutrale, non voglio lasciarmi coinvolgere in questioni politiche. Io corro solo per l’amore e la pace nel mondo”.
Calderan oggi raggiungera’ la frontiera di Taba e, una volta entrato in territorio egiziano, proseguira’ la sua corsa per la pace fino al Monte Sinai.
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