Modificato il Codice rosso, la Polizia mette a segno un arresto per cyberstalking

Le perquisizioni, svolte in urgenza dopo la denuncia, hanno permesso agli investigatori di recuperare sul telefono dell’indagato i diversi account social creati appositamente per pubblicare i numerosi post offensivi e ingiuriosi nei confronti della ragazza (foto dal portale poliziadistato.it)

ROMA – La recente modifica alla normativa del “Codice rosso” ha permesso ai poliziotti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica (Cosc) di Roma di arrestare un 25enne romano in flagranza differita per il reato di atti persecutori nei confronti della ex.

La flagranza differita è infatti l’istituto giuridico che, sulla base di evidenti elementi indiziari, permette di considerare in stato di flagranza l’autore di un reato per il tempo necessario alla sua identificazione, entro un limite stabilito dalla legge.

Le indagini sono iniziate dopo che la vittima, esasperata dai comportamenti gravi e offensivi di cui era bersaglio, ha deciso di denunciare, dapprima presso il commissariato di Spinaceto e, qualche giorno dopo, presso la Polizia postale di Roma visto che le intimidazioni erano subite anche tramite i profili social.

La rapidità con cui i poliziotti hanno svolto le indagini, ha permesso di ricostruire una serie di comportamenti persecutori che l’arrestato aveva iniziato ad avere nei confronti della ragazza quando aveva deciso di mettere fine alla loro relazione.

In occasione dell’ultimo incontro “chiarificatore”, infatti, il giovane, dopo l’ennesimo rifiuto a riprendere la relazione, ha sottratto il telefono cellulare alla vittima e ha iniziato ad accedere ai suoi profili social, pubblicando una serie di post e screenshot di conversazioni private. Non contento ha creato altri profili postando, con commenti ingiuriosi, una foto intima della ragazza, sottratta alla sua galleria privata.

L’indagato inoltre ha continuato a telefonare alla malcapitata e ai suoi familiari in orari notturni utilizzando anche utenze non intestate a lui.

Le perquisizioni, svolte in urgenza dopo la denuncia, hanno permesso agli investigatori di recuperare sul telefono dell’indagato i diversi account social creati appositamente per pubblicare i numerosi post offensivi e ingiuriosi nei confronti della ragazza.