C’è chi è arrivato al roadshow di Emirates allo Sheraton di Malpensa, ieri mattina, per curiosità e per tastare il polso della situazione. E chi, invece, si vede già proiettato in una nuova vita a Dubai, con famiglia al seguito.
La prestigiosa compagnia aerea degli Emirati Arabi cerca 300 Primi Ufficiali da mettere alla guida degli Airbus A380, aereo a due piani fiore all’occhiello della flotta.
Quattro le tappe per spiegare agli aspiranti piloti le condizioni di ingaggio e di vita a Dubai dove i nuovi assunti dovranno trasferirsi. Dopo Londra e Parigi, ieri è toccato a Malpensa (Milano) e oggi si chiuderà con Roma.
«È un’opportunità di lavoro e di vita», dice una donna, pilota Alitalia dal ’96, proveniente dalla provincia di Como. «Il problema è la situazione di Alitalia e io, invece, ho bisogno di stabilità per i prossimi 25 anni, tanto quanto dovrò ancora lavorare».
Una bimba di 16 mesi potrà benissimo ambientarsi e vivere a Dubai dove la compagnia aerea fornisce una casa (per le famiglie un villa da 250 metri quadrati), utenze pagate, assicurazioni, supporto scolastico completo per i figli dai quattro ai 19 anni e uno stipendio medio di cinquemila euro al mese. Inoltre la possibilità di fare carriera. «In Alitalia le carriere sono bloccate e un primo ufficiale aspira a diventare comandante. In Emirates sarebbe possibile nel giro di quattro anni».
Un’occasione «per andarsene dall’Italia e non dover far più i conti con uno “status” di cose», dice la donna. Lei ha i requisiti richiesti, a cominciare da almeno tremila ore di volo su Airbus.
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