MILANO – Sabato 10 giugno, alle ore 9 in Duomo, l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ordinerà 15 nuovi sacerdoti della Diocesi ambrosiana. Alla solenne celebrazione parteciperanno, oltre ai familiari dei futuri presbiteri, gli amici e i fedeli delle parrocchie di origine e di quelle in cui i seminaristi hanno svolto le prime esperienze pastorali. Secondo una tradizione ripresa lo scorso anno dopo la stop per la pandemia, subito dopo la Messa i preti novelli verranno festeggiati sul sagrato della Cattedrale.
I futuri preti diocesani, che hanno completato il cammino di studi e di discernimento spirituale al Seminario di Venegono, hanno alle spalle percorsi di studio e lavoro diversi. Ad accomunarli però, nella maggior parte dei casi, è una significativa e prolungata partecipazione alla vita dell’oratorio; altri tratti ricorrenti sono le esperienze nello scoutismo in ambito missionario, così come la partecipazione alle Giornate mondiali della gioventù. Cinque candidati provengono dalla Zona IV (Rho), quattro dalla Zona V (Monza), tre dalla Zona VI (Melegnano), due dalla Zona II (Varese) e uno dalla Zona I (Milano). Come ogni anno in vista dell’ordinazione i seminaristi hanno individuato un motto e un’icona come segni identificativi della loro vocazione. Consapevoli della sete di pace dell’umanità, per il motto hanno scelto un versetto tratto dal Vangelo di Luca “Pace in terra agli uomini, che egli ama”. La scelta dell’immagine è ricaduta invece sul dipinto “Luce e colore.
Il mattino dopo il Diluvio” di W. Turner: una raffigurazione del momento che segue il Diluvio universale. I preti novelli hanno tra i 24 e i 32 anni. A differenza di quanto avvenuto negli anni recenti, non sono dunque presenti tra gli ordinandi “vocazioni adulte”. Commentando questo dato, don Enrico Castagna, rettore del Seminario, spiega che “i preti sono tutti un dono, a prescindere dall’età. Il presbiterio è una casa dove può avvenire un proficuo incontro intergenerazionale. Certo, come avviene nella società, così anche nel presbiterio, l’età adulta e anziana è quantitativamente preponderante. Dunque, giovani che rispondono alla chiamata per il ministero presbiterale sono ancor più presenza che arricchisce il presbiterio e le comunità cristiane; potrà giovarne, in particolare, la pastorale giovanile che, sempre meno, però, deve pensarsi come dipendente dai preti”. Le comunità che accoglieranno i futuri preti, continua don Castagna, “non si aspettino prodotti finiti, tuttologi, risolutori di ogni problema. Si aspettino giovani uomini che intendono continuare il loro cammino di docilità allo Spirito all’interno del ministero, in cammino con altri, imparando da altri e accompagnando altri. Li accolgano come un dono, a prescindere; a volte capita, infatti, di essere studiati e misurati più che accolti. D’altra parte, i preti novelli si predispongano a continuare a imparare e a ricevere, accolgano la realtà per come si presenta, a volte fragile e contradditoria, ma, proprio per questo, ancor più assetata dell’annuncio evangelico dell’amore e della pace”.
Il 22 giugno, alle ore 11.45 nella Cappella arcivescovile (piazza Fontana 2), l’Arcivescovo comunicherà ai quindici nuovi sacerdoti le parrocchie dove svolgeranno il loro ministero.