Monti picchia i pugni con Berna «Senza ristorni niente dialogo»

VARESE Si muove anche il premier, il varesino Mario Monti. Che, per la prima volta, si schiera al fianco dei Comuni di confine sotto ricatto a causa del blocco dei ristorni.
E tornano in campo anche i vertici dell’Anci Lombardia e il governatore Roberto Formigoni, compatti nel chiedere il rispetto degli accordi internazionali e il versamento del 50% dei ristorni relativi all’anno 2010, ovvero 23.705.838 euro ancora “sequestrati” dal Consiglio di Stato ticinese.
A fare più

rumore, però, è stata l’uscita del premier. Che, per la prima volta, ha rotto il silenzio sulla crisi italo elvetica.
«Un accordo fiscale con la Svizzera, sul modello di quelli firmati da Berna con altri paesi europei, deve avere come precondizione – ha chiarito Monti – il rispetto dei trattati sui frontalieri e sulla doppia imposizione che il Canton Ticino ha sospeso unilateralmente».
In una parola: sbloccare il 50% dei ristorni ancora dirottati su un conto vincolato e farli affluire nelle casse di Roma. Per ridare ossigeno alla finanze, ora paralizzate, delle amministrazioni di confine.
«La Svizzera – ha spiegato Monti – chiede la ripresa del negoziato con l’Italia per modificare il trattato bilaterale contro le doppie imposizioni. E vorrebbe fosse inserito nella discussione un accordo simile a quello stipulato con Germania e Gran Bretagna. Ma va tenuto presente che il Canton Ticino ha sospeso unilateralmente l’applicazione dell’accordo italo-svizzero sui lavoratori frontalieri e ha ridotto del 50% la compensazione finanziaria a favore dei comuni italiani di confine. E questo a nostro giudizio è un non rispetto dell’accordo firmato a Roma il 3 ottobre del 1974».
Decisone, ha poi aggiunto il premier, che «viola due accordi internazionali sui lavoratori frontalieri e quello successivo sulle doppie imposizioni». Pertanto, «l’eventuale ripresa come richiesto dalla Svizzera all’Italia del negoziato sulla convenzione bilaterale sulla doppia imposizione ha come precondizione inderogabile il rispetto degli accordi vigenti e il ripristino delle condizioni di legalità nei rapporti internazionali».
Dopodiché «se ci saranno, e può essere che ci siano, segnali positivi su questo fronte considereremo l’intera materia». Con un punto che Monti vuole però tenere ben saldo. «Per noi – ha ribadito infatti Monti – è pregiudiziale avere il rispetto di questa condizione bilaterale».Intanto tornano a muoversi anche l’Anci e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. È stato convocato, infatti, per il prossimo 9 maggio alle 14.30, a Villa Ponti a Varese l’incontro con tutti i Comuni di confine coinvolti dall’accordo italo-svizzero sui ristorni frontalieri e l’incremento dei fondi per lo sconto benzina.
L’evento, promosso proprio da Formigoni, ha un obiettivo preciso: condividere una posizione comune tra i diversi soggetti coinvolti. E trovare una via d’uscita alla crisi.

s.bartolini

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