MORAZZONE Padre padrone. E marito violento. Un uomo, sarto di professione, che non nascondeva di aver letteralmente comprato in Maghreb la moglie di 25 anni più giovane, come se questo fosse un fatto normale. E che impediva alla compagna di lavorare e di prendere la patente.
La squadra mobile della polizia ha posto fine a una lunga storia di ordinaria violenza fra le mura di casa. Un uomo è finito in manette. Si tratta di un tunisino di 47 anni, regolare in Italia, accusato di umilianti maltrattamenti nei confronti della moglie marocchina e dei due figli minorenni.
La situazione disastrosa era nota anche al sindaco Matteo Bianchi, che infatti aveva interessato i servizi sociali e la polizia locale.
Negli scorsi giorni, il tracollo. Dopo l’ennesima violenza sessuale, e dopo l’ennesimo pestaggio subito dai bimbi, la donna e i figli avevano trovato rifugio in una casa di accoglienza protetta. E di quell’allontanamento da casa, disposto dal tribunale dei minori, il tunisino aveva dato la colpa ai servizi sociali di Morazzone.
Nel baratro della disperazione, il 47enne aveva tentato due volte di togliersi la vita. La prima volta nella propria abitazione, aprendo il rubinetto del gas e rischiando di far saltare tutto: era stato salvato in extremis dall’intervento della polizia locale. E la seconda volta in ospedale, a Varese, dove era stato ricoverato prima in rianimazione e poi in psichiatria. In quell’occasione, prima aveva cercato di colpirsi con un paio di forbici. E poi aveva aggredito un medico che tentava di fermarlo.
A quel punto è intervenuta anche la procura della Repubblica di Varese, che a sua volta ha interessato la squadra mobile. I poliziotti hanno incominciato a investigare sul tunisino per raccogliere le prove dei misfatti di cui era sospettato. E presto hanno potuto ricostruire la storia in tutte le sue drammatiche sfaccettature. Secondo gli inquirenti, il 47enne aveva più volte costretto la moglie a subire rapporti sessuali contro la sua volontà. In una cornice che la Mobile definisce «di bestiale violenza e umiliazioni», la donna ha finalmente trovato il coraggio di denunciare il marito anche per le ripetute vessazioni a cui assisteva impotente nei confronti dei figli piccoli. Secondo il racconto della donna, i bambini venivano infatti picchiati con schiaffi e calci. E non era certo di mano leggera, l’uomo: i piccoli avevano dovuto persino ricorrere alle cure del pronto soccorso.
Esasperato da quella che credeva essere un’ingiustizia commessa nei suoi confronti, lo scorso 13 aprile il tunisino aveva raggiunto il municipio di Morazzone. E lì aveva minacciato la polizia locale e le assistenti sociali. A quel punto la procura varesina, sulla scorta delle prove acquisite e dell’escalation di violenza, ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto a carico del tunisino. Il provvedimento è stato poi trasformato in arresto dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Fazio. Adesso il 47enne magrebino si trova rinchiuso nel carcere dei Miogni, a Varese.
Enrico Romanò
f.tonghini
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