Morazzone, Sgarbi-Bianchi Il duello ora è in tribunale

MORAZZONE Morazzone contro Sgarbi, torna il duello. E’ stata depositata ieri dal pm varesino Massimo Baraldo la richiesta di rinvio a giudizio a carico di Vittorio Sgarbi, in relazione all’arcinota vicenda della villa liberty di Morazzone abbattuta dopo essere stata difesa strenuamente dal noto critico d’arte.
Sgarbi era stato querelato dal sindaco del paese, il leghista Matteo Bianchi, per le pesanti affermazioni pronunciate ai microfoni di Striscia la Notizia durante una puntata dedicata all’abbattimento. L’accusa

è quella di diffamazione aggravata, reato che Sgarbi avrebbe consumato in occasione di una sua indimenticabile visita al paese, nel cantiere allestito per la demolizione della villa ritenuta una preziosa testimonianza della nostra storia architettonica.
A sostegno della doppia querela, l’avvocato difensore del Comune Gianfranco Orelli, aveva prodotto una corposa documentazione, argomentandola sotto diversi punti di vista, sia quello della comunità morazzonese che quello del sindaco Matteo Bianchi, basandosi sulle affermazioni rilasciate dal vulcanico critico davanti alle telecamere del tg satirico di Mediaset. Un autentico show in cui uno Sgarbi furioso aveva accusato il Comune di Morazzone di aver avallato un comportamento definito «mafioso», accusando inoltre il Comune di aver scelto di fatto di non tutelare la villa liberty, da poco abbattuta da un imprenditore edile per fare posto ad una nuova palazzina. Una villa che nei mesi precedenti era stata già oggetto delle attenzioni del critico, che si era prodotto in una serie di appelli pubblici al buon senso, chiedendo che il gioiello architettonico morazzonese venisse tutelato. Tutela che non è però mai arrivata nonostante i ripetuti tentativi, operati anche dallo stesso Comune, di bloccare le legittime velleità del proprietario.
«Non posso che rallegrarmi della decisione del pubblico ministero di firmare la richiesta di rinvio a giudizio – ha detto il sindaco Bianchi – segno che la nostra querela non è stata ritenuta infondata e che potremo avere la possibilità di dirimere quella questione davanti ad un giudice». L’avvocato nominato dall’amministrazione, Gianfranco Orelli, non ha voluto dilungarsi in argomentazioni della notizia e si è limitato a confermare quanto trapelato nel corso della giornata: «Confermo che il pm Massimo Baraldo questa mattina ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio – ha spiegato Orelli – con un capo d’imputazione corposo, una sua complessità giuridica e ben due pagine di motivazioni per una diffamazione aggravata e abbastanza complicata». Ora non resta che attendere l’esito dell’udienza preliminare. Il duello si è spostato in tribunale.

b.melazzini

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