A Legnano la situazione sta diventando insostenibile per quanto riguarda le liti condominiali e i pagamenti arretrati. Da febbraio, ottenere un decreto ingiuntivo dall’Ufficio del giudice di pace sembra ormai una chimera, a causa della carenza di magistrati e del raddoppio del carico di lavoro dopo l’entrata in vigore della riforma del marzo 2023. Questa modifica ha innalzato il valore dei contenziosi gestiti dal giudice di pace da 5mila a 10mila euro, portando un aumento esponenziale delle pratiche.
Un settore che risente pesantemente di questa situazione è quello delle spese condominiali, soprattutto per quanto riguarda il riscaldamento. Molti condomini si trovano oggi a fronteggiare inquilini morosi, alcuni indietro di mesi, altri di anni. Le difficoltà nel saldare le spese comuni, già acuite dal forte aumento dei costi energetici negli ultimi anni, si riflettono ora sui vicini di casa, spesso costretti a sopportare ritardi che rischiano di compromettere la gestione complessiva del condominio.
La gestione della morosità e l’attesa dei decreti ingiuntivi
Tra i condomini inadempienti, le situazioni variano: c’è chi è indietro di poche rate e chi non ha pagato per anni. Il capitolo più preoccupante riguarda le spese per il riscaldamento, schizzate alle stelle due anni fa, per le quali molti devono ancora saldare le bollette del 2022. Di fronte a queste difficoltà economiche, l’unica soluzione concreta resta il decreto ingiuntivo. Ma con il trasferimento del giudice Monica Borsa a Gallarate, l’Ufficio del giudice di pace di Legnano ha visto un drastico rallentamento delle pratiche. Se nel 2023 erano stati emessi 950 decreti ingiuntivi, da febbraio ad oggi ne sono stati rilasciati solo poche decine, lasciando in sospeso oltre 800 richieste.
Il problema non riguarda solo i condomini: anche le aziende creditrici, che attendono pagamenti dai loro fornitori, restano bloccate. L’impatto di questa paralisi si ripercuote su tutti i cittadini. Per gli amministratori condominiali, il problema si acuisce proprio in vista dell’inverno e dell’arrivo di nuove bollette salate, mentre gli altri inquilini paganti si trovano a fronteggiare le conseguenze della morosità altrui.
Rischio contagio: se il decreto non arriva, il debito cresce
Il rischio principale è che il problema della morosità si espanda come un contagio. Per molti, l’assenza di un decreto ingiuntivo rappresenta un alibi: se non si è costretti a pagare, tanto vale non farlo. Questo atteggiamento rischia di aggravare ulteriormente la situazione, specie in un contesto già complesso come quello del bacino dell’Ufficio del giudice di pace di Legnano, che copre circa 215mila residenti.
A meno di interventi tempestivi, i ritardi continueranno ad accumularsi, lasciando in sospeso contenziosi e alimentando il circolo vizioso della morosità, con gravi conseguenze per il tessuto sociale della città.