– Morte di : «Non dimenticatela, diteci come è morta nostra sorella. Noi non sappiamo chi l’ha uccisa, ma lei non c’è più ma merita giustizia”. Sono e , le sorelle maggiori della ventottenne rinvenuta cadavere il 26 aprile scorso nell’abitazione di via Conca d’Oro a Varese, in circostanze sospette. Stefania aveva una calza in testa e dei segni sul volto che «potrebbero essere compatibili con il soffocamento», spiegano i legali e, che assistono le sorelle di Stefania. In casa con la donna c’era il marito, , 40 anni, che si sarebbe accorto della morte di mattina, avvenuta di notte, soltanto il mattino dopo.
Sulla morte la procura di Varese ha aperto un’inchiesta: «C’è un indagato per omicidio – spiegano Artoni e Sisti – ed è proprio Argenziano». Sin da subito le sorelle di Stefania avevano sospettato dell’uomo, dichiarandolo anche alla trasmissione Chi l’ha visto?, che si era occupata del caso e indicando anche un movente: quello economico. Sul cadavere di Stefania è stata eseguita l’autopsia. «Ma nonostante abbiamo presentato due richieste di accesso agli atti – hanno spiegato i legali della parte civile –
quest’accesso ci è stato negato in entrambe le occasioni. L’esame autoptico è fondamentale per svolgere indagini difensive, affidate a , e impostare la nostra linea legale». Nunzia e Salvatrice aggiungono: «Stefania era giovane. Adesso non c’è più. Non sapere cosa le sia accaduto, non sapere nulla della sua morte è uno strazio per noi. Vogliamo soltanto giustizia, sapere la verità per noi sarebbe di grande conforto».«Quello che vogliamo fare oggi è un appello affinchè le parte civili possano avere informazioni – spiegano Artoni e Sisti – vorremmo poter lavorare al fianco della procura in modo da arrivare alla verità». Agli inquirenti i familiari di Stefania hanno consegnato anche una presunta lettera di Stefania. Una lettera “postuma”. Nel senso che reca in calce il suo nome e cognome, ma è stata spedita alla famiglia della ragazza il 5 gennaio scorso ed è arrivata pochi giorni fa. Chi l’ha imbucata? Nella lettera Stefania chiede perdono per il suo gesto, l’ipotesi difensiva di Argenziano è che la donna si sia suicidata, chiede ai familiari di lasciare in pace il marito (di non accusarlo quasi) e di essere sepolta a Vercelli. “A noi – spiegano le sorelle della ragazza – questa non sembra la firma di Stefania». Gli inquirenti hanno anche sequestrato il piumone sul quale la ragazza si era addormentata quella sera e hanno acquisito una serie di sms inviati da Argenziano con i quali l’uomo manifesta la volontà di avvicinarsi ai familiari della moglie, dichiarando la sua innocenza e dicendosi pronto a consegnare loro il denaro che costituirebbe il presunto movente per l’omicidio di Stefania.
«In passato c’erano stati gravi episodi di violenza refertati in ospedale – hanno aggiunto Artoni e Sisti – Il 16 aprile, in particolare i familiari, che hanno poi presentato un esposto contro l’ospedale, sono stati contattati da un infermiere che segnalava una situazione sospetta». «Ci disse che sospettava nostra sorella potesse essere vittima di maltrattamenti», hanno spiegato Nunzia e Salvatrice Amalfi. Adesso si lavora anche per rintracciare quell’infermiere in modo che possa testimoniare. Nel frattempo «chiediamo di poter sapere a che punto sono le indagini sulla morte di nostra sorella – concludono Nunziata e Salvatrice – C’è un indagato, pensiamo che forse la difficoltà è nel trovare le prove per ricostruire cosa sia accaduto».