Morte in fabbrica a Tradate I sindacati: “Troppi rischi”

TRADATE È stata fissata per domani l’autopsia di Antonio De Jesus Valenti, l’operaio 59enne morto nella notte tra lunedì e martedì negli stabilimenti della Moplast di via Pavia. Al momento le indagini sulle cause del decesso sono ferme, in attesa proprio di conoscere il risultato dell’autopsia, elemento fondamentale per fare luce sulle cause di un incidente che presenta ancora molti elementi di incertezza. Solo dopo l’esame del medico legale si potrà infatti sapere se l’incidente capitato ad Antonio De Jesus Valenti sia stato una causa determinante della sua morte o se,

al contrario, a stroncarlo sia stato il malore che l’uomo avrebbe accusato mentre si trovava al lavoro. Una volta accasciatosi l’uomo, infatti, è stato agganciato da un rullo rimanendo intrappolato dal macchinario. Ieri, intanto, in un clima di profonda tristezza alla Moplast è ripreso il lavoro, dopo uno stop di 24 ore concordato da azienda e sindacati. Il titolare, Paolo Castelli, ha parlato con gli operai ed ha riconosciuto la difficoltà della situazione, chiedendo tuttavia di continuare nel lavoro e riprendere la produzione. C’è stato anche il primo contatto con la vedova, Silvana Saro, che ha ricevuto le condoglianze della ditta in cui suo marito ha lavorato per 20 anni.
Dure invece le parole del sindacato, che nelle ore successive all’incidente, pur riconoscendo che in questo caso le cause sono ancora da chiarire, ha espresso una posizione forte, richiamando il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro: «Al di là di quanto emergerà dall’inchiesta della magistratura – ha dichiarato in una nota la Filctem Cgil – riteniamo che quell’operazione di lavoro, così come veniva abitualmente svolta, era (ed è) rischiosa, anche per l’assenza di un sistema di arresto macchina automatico a portata di mano. Il collega di Antonio si trovava a una ventina di metri, dall’altro lato della macchina, ma non si è accorto di quanto stava accadendo. Quando ha cercato Antonio era troppo tardi».
Non mancano considerazioni generali: «Ancora una volta i lavoratori pagano il prezzo più alto di scelte che hanno quasi sempre l’obiettivo finale del risparmio e del contenimento dei costi a discapito della sicurezza dei lavoratori – ha detto Santino Zidda sempre di Filctem Cgil -. La formazione, la conoscenza delle procedure, l’attenzione ad ogni singolo delicato passaggio, risultano essere elementi indispensabili per garantire quanto più possibile un adeguato mantenimento della correttezza delle procedure di lavoro ad alto rischio. Quando questi principi  vengono meno (e non certo per colpa dei lavoratori) viene messa a dura prova la sicurezza del lavoro». Un concetto generale, che probabilmente travalica la situazione particolare della Moplast, ma coinvolge tutte le aziende: «Servono sempre più investimenti sulla sicurezza e l’impegno delle istituzioni sul territorio, affinché si attivino tutti i percorsi necessari per il controllo – conclude -. Drammi come questi rafforzano la nostra convinzione che le ragioni economiche non possono prevalere sulle ragioni della salute e sicurezza».

b.melazzini

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