– È previsto per ottobre l’incidente probatorio sui risultati dell’autopsia effettuata a seguito della riesumazione della salma di Luciano Guerra, suocero di Laura Taroni. Si sta, infatti, avviando a conclusione il secondo troncone di indagine della maxi inchiesta della Procura di Busto Arsizio “Angeli e Demoni” sulle morti sospette in corsia.
La seconda parte dell’inchiesta punta sulle morti di Luciano Guerra e della madre della Taroni, Maria Rita Clerici, per le quali sono indagati l’infermiera e il medico. Sarebbero spuntate, inoltre, altre quattro morti sospette. I due amanti sono già indagati, nel primo procedimento in corso di svolgimento, per la morte del marito di Laura Taroni, Massimo Guerra. Il solo Cazzaniga sta anche rispondendo di quattro decessi sospetti in corsia. Per la seconda parte del processo, i riflettori si accenderanno sul suocero e sulla mamma della Taroni.
L’infermiera lo scorso 13 febbraio, davanti al Pm di Busto Arsizio, raccontò la propria versione dei fatti rispetto a ciò che era successo il giorno della morte della madre: «Leonardo aveva con sé il farmaco – aveva raccontato – estrasse la siringa, mi disse che mia madre mi aveva trattato male tutta la vita, che ci avrebbe ostacolato e che lui ci sarebbe stato sempre, quindi dovevamo liberarci di lei. Nel dirmi queste cose le iniettò il farmaco nella giugulare. La scelta non fu casuale perchè l’iniezione in giugulare permette al farmaco di entrare in circolo rapidamente. Non ricordo il nome del farmaco. So che in ospedale ce ne sono diversi tipi tra cui una scatola marrone e azzurra. Il tempo che il farmaco entrasse in azione, mia madre è andata in arresto cardiaco». Di fronte alla domanda del Pm se la decisione di porre fine alla vita della madre fosse solo del Cazzaniga, il 13 febbraio la Taroni disse di sì». «Dopo la morte di mia madre – aveva raccontato al Pm – non abbiamo concordato la versione da dare e non sapevo che Leonardo avrebbe già compilato il modello Istat per la morte di mia madre con quelle cose inventate. Se lo avessi saputo glielo avrei impedito». Il 13 febbraio la Taroni rispose anche a proposito del suocero Luciano Guerra: «Chiamai Leonardo – aveva spiegato – che mi disse di non passare in pronto soccorso perchè non era opportuno. Andai a prendere un caffè. Mi spostai dal padiglione marrone al padiglione rosso e al ritorno trovai Leonardo nella stanza di Luciano. Non vidi nessuna somministrazione, ma Leonardo ha sempre detto che Luciano al di là del bene e del male a intendere che era gravemente compromesso. Se Leonardo dovesse avergli somministrato farmaci sarebbero sicuramente Midazolam o un curaro».