Morto Jean-Marie Le Pen. Dalla Legione Straniera al ballottaggio per l’Eliseo: addio al precursore del sovranismo della figlia Marine

Si è spento all'età di 96 anni una delle figure più note e controverse della politica francese del dopoguerra. La sua storia e il rapporto politicamente non facile con la sua erede

PARIGI. – “E’ morto Jean-Marie Le Pen, l’uomo che ha rimesso l’estrema destra al centro del gioco politico francese”: questo il titolo scelto dal quotidiano Le Monde per annunciare il decesso del fondatore del Front National, scomparso all’età di 96 anni.
Lo scorso 20 novembre, la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, aveva espresso “preoccupazioni” per lo stato di salute del padre. Jean-Marie Le Pen, 96 anni, è stato ricoverato per diverso tempo a novembre. All’emittente radiofonica “Rtl”, la leader del Rassemblement National si era rifiutata di dire se il padre fosse in fin di vita. “E’ troppo violenta come domanda e tocca l’intimità della sua vita e anche della nostra”, aveva affermato Le Pen.

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La storia politica di Jean-Marie Le Pen

Jean-Marie Le Pen, morto oggi all’età di 96 anni, è stata una figura scomoda e controversa. Storico leader della destra nazionalista francese e del Front National, creatura che la figlia Marine gli ha strappato dopo un divorzio politicamente clamoroso, maturato nel 2015 sull’onda di alcune dichiarazioni sulla Shoah, che Le Pen senior aveva ribadito di considerare un mero dettaglio della Seconda guerra mondiale.

Proprio dall’esperienza vissuta durante il conflitto aveva preso le mosse la sua vocazione politica. Nato il 20 giugno 1928 nel paesino bretone di Sainte-Trinite-sur-Mer, Jean-Marie Le Pen ha subito dovuto confrontarsi con la perdita del padre Jean, consigliere comunale e pescatore, morto nell’esplosione di una mina finita accidentalmente nella rete del suo peschereccio. Il futuro leader del Fn viene quindi adottato dallo Stato con il titolo di “pupillo della nazione”, attribuito agli orfani di guerra.

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A 16 anni tenta di arruolarsi nelle ‘Forze francesi dell’interno’, che lottavano contro gli occupanti tedeschi, ma la sua richiesta viene rifiutata. Quello con l’esercito è, tuttavia, un appuntamento solo rimandato: dopo la laurea in legge nel 1953, si arruola nella Legione straniera e nel 1954 viene mandato in Indocina. Dal fronte asiatico, oltre a doversi confrontare con il mai accettato processo di decolonizzazione francese, lancia i primi affondi contro la politica del suo Paese, sostenendo in un articolo che Parigi sia governata “da pederasti come Sartre, Camus, Mauriac”.

Al rientro in Francia fa il suo ingresso nel partito di Pierre Pujadae, diventando il più giovane deputato dell’Assemblea nazionale, a soli 27 anni. La fondazione del Front National arriva nel 1972; Le Pen si era separato da Pujadae appena un anno dopo l’elezione in parlamento e successivamente si era dimesso dall’incarico di deputato per arruolarsi sul fronte algerino, dove era arrivato a giustificare il ricorso alla tortura. Il nucleo del Fn è formato da nostalgici del maresciallo Petain che guardano con attenzione al Movimento sociale italiano di Giorgio Almirante, dal quale viene ripreso il simbolo della fiamma. Il Fn si presenta come una formazione di estrema destra, in antitesi diretta al gollismo.

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Come leader del Fn, Le Pen si candida alle presidenziali del 1974 (dove prende appena lo 0,75% delle preferenze), del 1988 (14,38%), del 1995 (15%) e del 2002 (dove arriva sino al ballottaggio contro Jacques Chirac). Nel 2011 decide di passare il testimone alla figlia Marine, che avvia un percorso di cambiamento del partito, trasformato nel 2018 in Rassemblement National, tre anni dopo l’espulsione del padre, che innesca un duro conflitto familiare. “Marine mi fa pietà”, scrive Jean-Marie nel suo libro ‘Memoires: fils de la nation’. Il leader era uso a uscite choc: nel 1971 una piccola casa discografica da lui fondata aveva pubblicato 4 dischi con i canti del Terzo Reich, mentre dopo l’esperienza in Algeria aveva confessato di essere ricorso alla tortura “perché era necessario farlo”.

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Nel 1987 sulle camere a gas naziste aveva detto: “Non ho studiato in special modo la questione, ma credo che si tratti di un dettaglio della storia della Seconda guerra mondiale”, affermazioni ribadite quasi 30 anni dopo che sanciscono la rottura con Marine. Nella sua attività politica Jean-Marie ha anche chiesto il ripristino della pena di morte in Francia, una forte stretta sull’immigrazione dai Paesi extra europei e il ritiro, o una maggior indipendenza, di Parigi dall’Ue. Lo scorso 30 settembre Jean Marie Le Pen era comparso in un video nella sua casa in cui cantava insieme ai Match Retour, gruppo rock lionese vicino alla sfera neonazista. In seguito alla diffusione delle immagini la figlia Marine Le Pen ha sporto denuncia per “abuso di debolezza”, ritenendo che il gruppo musicale avesse approfittato dello stato di salute dell’anziano padre.