Venezia, 3 set. (Apcom) – Ha reagito con applausi a scena aperta il pubblico – stampa e industry – alle frasi pronunciate da uno dei protagonisti del film romeno “Francesca” contro due politici italiani, Alessandra Mussolini e Flavio Tosi, che in passato si erano espressi duramente nei confronti dei romeni.
Il film, presentato oggi nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia, è diretto dal regista romeno Bobby Paunescu: “Scrivere quella scena non è stato un attacco o una scelta politica, ho semplicemente raccontato una possibile reazione” ha spiegato il regista durante la conferenza stampa. “Quando la signora Mussolini, a seguito dell’orrendo crimine della signora Reggiani, disse che i romeni hanno lo stupro nel dna, mi sono sentito tradito, perché avendo vissuto in Italia a lungo e sentendomi metà italiano, avevo anche compreso e capito le prime reazioni a quel terribile fatto, dopo il quale infatti ho sentito fortemente l’esigenza di scrivere questa sceneggiatura” ha spiegato.
Il film, applaudito sia a fine proiezione che in conferenza stampa, racconta la storia di Francesca (l’attrice Monica Birladeanu), maestra d’asilo romena che sogna di aprire un asilo per bambini emigrati in Italia. “E’ una storia sulla crisi di identità che permea la società degli ex Paesi comunisti – spiega il regista – ma ho cercato comunque di dare un messaggio positivo, che sta nella grande energia che queste persone hanno e vivono”. Anche Domenico Procacci, che con Fandango distribuisce il film in Italia (uscirà tra ottobre e novembre) afferma di averlo scelto non solo per la qualità, ma perché il tema è estremamente attuale “in un momento storico particolare, in cui spesso un atteggiamento rigido e duro verso il fenomeno dell’immigrazione dà vita anche a comportamenti privi di senso. Questo film merita una distribuzione italiana”, sottolinea il produttore.
Riguardo la scena in cui si apostrofa pesantemente il Sindaco di Verona Flavio Tosi, il regista fa presente che solo a Verona sono presenti 1700 imprese romene (circa 20mila in tutta Italia). Il film infatti non difende i romeni, anzi ne mette in luce la perdita di identità, di punti fermi, e “sono certo che anche se sarà un processo lungo e i toni politici sono stati spesso troppo accesi ed aggressivi da entrambe le parti, gli italiani saranno un giorno orgogliosi di aver ospitato i romeni, poiché i nostri popoli sono comunque vicini” afferma Panescu, già noto come produttore nel suo Paese e al debutto come regista di un lungometraggio.
Yle
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