Ubriaco e imbottito di psicofarmaci minaccia i vicini. Poi aggredisce i carabinieri, con una motosega. Mandando in ospedale tre militari.
La notte di follia si è chiusa con un arresto per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Protagonista è un giovane neozelandese di 20 anni fidanzato con una coetanea residente a Barasso. Il ragazzo, l’altro ieri sera, ha letteralmente perso la testa. I motivi? Sono del tutto sconosciuti. Di punto in bianco, dopo aver bevuto moltissimo, il ragazzo è come impazzito. Il giovane utilizza anche psicofarmaci che combinati con l’alcol probabilmente hanno innescato la miccia.
Per ragioni ancora da accertare il giovane è andato nel box e ha imbracciato non una ma due motoseghe. Una scena da film dell’orrore che ben si armonizza con il clima in stile Halloween ormai nell’aria. Imbracciando le due motoseghe, accese, il ventenne si è messo a minacciare i vicini di casa e i passanti sulla strada scatenando il panico. Immediata è scattata la chiamata ai carabinieri. Sul posto sono arrivate due pattuglie dei militari della stazione di Gavirate, sul posto c’era anche il comandante. Il giovane si è scagliato contro i militari con le motoseghe accese ancora tra le mani. Una violenza inaudita.
I carabinieri sono riusciti a disarmarlo ma a quale prezzo. Tre militari feriti, comandante compreso. Per fortuna i carabinieri sono riusciti a togliergli le motoseghe. Uno dei carabinieri è stato colpito ad una mano ma dall’impugnatura. Si fosse trattato della lama la mano l’avrebbe persa. Altri due militari sono stati colpiti con calci e pugni dalla furia del ventenne. Che alla fine è stato bloccato e ammanettato.
I vicini di casa parlano di un soggetto che in più occasioni aveva dato problemi. Era molesto, violento anche se soltanto verbalmente. Una persona con problemi nel relazionarsi con gli altri. In particolare soffriva di manie di persecuzione come se tutti ce l’avessero con lui. Il giovane è stato arrestato. E accompagnato ai Miogni dove è ora rinchiuso a disposizione dell’autorità giudiziaria. Al momento dell’arresto non ha dato spiegazioni continuando a gridare come un ossesso.
Aggressioni di questo genere ai danni delle forze dell’ordine sono ormai sempre più frequenti. Come se chi picchia un carabiniere o un poliziotto sia certo di cavarsela con poco. Questa volta il ventenne è finito in manette. Potrebbe essere destinato a un centro di cura visto i problemi comportamentali che ha dimostrato l’altra notte. A scatenare la follia potrebbe esser stato un diverbio con un familiare, anche se il dettaglio non é stato al momento confermato.