– «Quando sei in mountain bike non puoi prendere la scia di nessuno, sei tu, solo con te stesso, e puoi improvvisare, scegliere come saltare un sasso o percorrere le difficoltà di un particolare sentiero. E’ appassionante».
C’è tutto lo spirito e tutta l’anima dinella sua sintesi sul perché abbia scelto di montare in sella a una mountain bike per diventare campione del mondo nella categoria amatori.
Simone Gambarelli, 36 anni, di Corgeno, frazione di Vergiate, domenica 30 agosto ha vinto la Coppa del Mondo Acsi che si è disputata a Sossano, in provincia di Vicenza salendo sul podio più alto. Medaglia d’oro per questo atleta dell’U.C. Ternatese, in sella a una S.G.Compositi, e il diritto di vestire la maglia con l’iride per tutto l’anno prossimo.
«Non pensavo nemmeno di gareggiare visto che non mi sentivo pronto al cento per cento e invece, guarda cosa ho combinato», scherza Simone, un’attività in proprio come piastrellista e tanti, tanti sacrifici per allenarsi ogni giorno due o tre ore e non mollare.
Nell’anno in corso ha già conquistato il terzo posto al campionato regionale (categoria senior) che si è tenuto proprio dalle nostre parti, a Osmate- Lentate.
Poi i 37 chilometri affrontati a Sossano,
con 1.100 metri di dislivello e un tragitto molto impegnativo: 6 chilometri di salita sull’asfalto subito in partenza e poi via, dentro il bosco, con una serie di single track per nulla semplici, vari strappi e una discesa in finale di tre chilometri molto tecnica, tra salti, rocce e difficoltà da superare. Un percorso spettacolare che Simone Gambarelli ha fatto suo nonostante il gran caldo. Sono partiti circa in trecento, di cui 49 senior, la categoria del ciclista vergiatese, provenienti da tutta Italia.
«Ringrazio l’Unione ciclistica Ternatese che ha sempre creduto in me, la SG Compositi e Cicli Fer.Car Dalmolin che è il mio ciclista d’appoggio», annota l’atleta rimasto nella categoria amatori soltanto perché da giovane non ha continuato a coltivare la propria abilità sulle due ruote.
«Sono sempre andato in bici, fin da piccolo, facevo le gare, ma intorno ai diciotto anni ho lasciato lo sport, sbagliando», confessa Simone che da cinque anni a questa parte ha ripreso, ma in sella a una mountain bike «perché mi appassiona di più e mi piace la natura».
Gli allenamenti? «Al “mio” Saint Jack che devo proprio ringraziare», dice chiamando il monte San Giacomo tra Corgeno e Cuirone con tutta la confidenza del caso.