«La sentenza è chiarissima: al comando di polizia locale non è stato commesso alcun illecito. Lo ha detto la Corte di Cassazione confermando la sentenza già emessa dal tribunale del Riesame di Milano ed entrando nel merito della vicenda».
Vicenda, quella citata dall’avvocato Pietro Romano, legale degli agenti indagati, che ha visto il comando di polizia locale nell’occhio del ciclone. Il pubblico ministero di Busto Arsizio Pasquale Addesso aveva infatti aperto un’inchiesta per falso in atto pubblico e truffa aggravata a carico di alcuni agenti.
«Fu chiesta una misura di custodia cautelare esemplare – aggiunge Romano – per due mesi gli indagati furono interdetti dai pubblici uffici. Il comando venne chiuso. Ed è contro quella misura che abbiamo presentato il ricorso al Riesame. Il tribunale ha completamente smantellato l’impianto accusatorio».
Il pm ha fatto ricorso in Cassazione. E la Massima Corte ha confermato entrando nel merito. I termini sono chiarissimi: nella sentenza si legge che il ricorso “si colloca alle soglie dell’inammissibilità, riproponendo pedissequamente questioni già delibate e definite dal giudice del riesame con una motivazione ampiamente esaustiva e giuridicamente corretta”.
Nella sentenza si richiamano anche i due elementi fondamentali portati dalla difesa: la regolarità degli originali dei verbali presenti (“gli atti di cui si assume l’insussistenza erano, invece, esistenti, siccome redatti in forma digitale ed automatizzata”, secondo quanto previsto dalla legge) e la regolarità delle spese di notifica con aggravio (dipendenti comunque da delibera comunale e su cui gli agenti non avevano voce in capitolo).
Fango inutile
«Due sentenze confermano che non sussistono gravi elementi di colpevolezza a carico dei miei assisti che hanno svolto con regolarità il loro lavoro – aggiunge Romano – a norma di legge, e a rigor di logica, il pm a questo punto dovrebbe chiedere l’archiviazione. E invece ha chiesto una proroga d’indagine che, il gip, non ha però ancora concesso. E a fronte di questo comportamento i miei assistiti mi hanno comunicato l’intenzione di presentare un esposto al Csm. Qui parliamo di accanimento». E sulla questione interviene anche il sindaco Giuseppina Quadrio: «Abbiamo sempre avuto fiducia nell’operato dei nostri agenti e funzionari. Ci sono stati grossi problemi per gli uffici. E molti hanno accusato sulla base del nulla. Chi ha gettato fango su basi inesistenti ora potrebbe essere chiamato a pagarne le conseguenze».
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