La vicenda della funzionaria di banca coinvolta in un presunto caso di circonvenzione di incapace ai danni del patrimonio multimilionario di un pensionato varesino ha avuto uno sviluppo significativo in tribunale. L’ex gup del Tribunale di Varese, Giuseppe Battarino, aveva emesso nel gennaio dell’anno scorso un “non luogo a procedere per non aver commesso il fatto” nei confronti della banca privata di Ubi Banca, la quale era stata accusata di complicità nel depauperamento del patrimonio del pensionato.
Tuttavia, la pm Valeria Anna Zini ha deciso di ricorrere contro questa decisione, richiedendo un processo per determinare il coinvolgimento della bancaria nel caso. Il ricorso è stato discusso in aula, ma è stato respinto dai giudici della quarta Corte d’Appello di Milano, che hanno escluso il coinvolgimento della bancaria nell’attività illecita contro il suo cliente. La difesa dell’imputata si è detta soddisfatta della decisione, sottolineando che la sua assistita non è stata la “regista” dell’attività illecita.
Per circonvenzione d’incapace sono state invece condannate le due donne albanesi: la badante ha ricevuto una pena di tre anni di carcere, mentre sua nipote è stata condannata a due anni. Questa sentenza è stata emessa dal Tribunale di Varese e successivamente confermata dalla quarta sezione della Corte d’Appello di Milano.
In un altro aspetto dell’inchiesta, relativo a un lascito testamentario di 20.000 euro destinato alla badante dal pensionato (mai incassato), la bancaria di Gallarate è stata condannata in appello per tentata circonvenzione di incapace, con l’obbligo di risarcire la nipote della vittima con 5.000 euro a fini civilistici. Tuttavia, contro questa sentenza è stato presentato un ricorso alla Corte di Giustizia Europea.