VEDANO OLONA Muore improvvisamente a 40 anni, choc a Vedano Olona. È il dramma di Francesco Maccarini, trovato morto nel suo letto la mattina di Pasqua. L’uomo, dopo essere andato a dormire, non si è più svegliato. A ucciderlo un malore improvviso: i familiari ora potrebbero richiedere un’autopsia per appurare quale patologia li abbia privati prematuramente dell’affetto e della presenza di Francesco, conosciuto in paese come “Il Macca”. La notizia della sua scomparsa ha colpito Vedano al cuore: Maccarini era conosciutissimo in paese.
Sempre a disposizione, sempre coinvolto in mille attività a scopo sociale. «A me – commenta Enrico Baroffio, sindaco di Vedano – piace ricordarlo come un amico. Un ragazzo taciturno e concreto, serio e divertente, non uno sbruffone inconcludente, ma un uomo pieno di iniziativa, talento e umiltà». I ricordi di Baroffio corrono, si mescolano e arrivano a quella volta in cui «ebbe l’idea di organizzare una festa della birra – racconta il sindaco – Macca era tra i trascinatori del progetto, con la voglia di fare qualcosa, di dare uno spazio di intrattenimento sano ai giovani. Quella festa della birra divenne un appuntamento fisso; per anni fu l’unica festa della birra di tutta la zona». Maccarini trascinatore «ma ribadisco mai sbruffone – conclude Baroffio – Un ragazzo taciturno che ci ha lasciati tutti senza parole».
Un uomo capace di raccogliere intorno a sé l’affetto di tanti. Un uomo morto all’improvviso, senza preavvisi. Senza ancora un perché. Gli amici ora lo ricordano con parole toccante: «Se n’è andato un amico, una persona speciale in un modo unico – dicono in gruppo – Speciale nei suoi silenzi, nelle parole, negli sguardi. Speciale nell’essere alternativo e mai banale, mai scontato e sempre alla ricerca del qualcosa in più in tutto quello che faceva, mai sazio. E sempre generoso con tutti. Ognuno di noi lo ricorderà per motivi e momenti diversi: c’è chi l’ha conosciuto sui banchi di scuola, chi con lui ha diviso le serate della Farastoria, i concerti, gli interessi, le passioni o il lavoro. Per tutti è stato, è e sarà sempre il Macca. Quello delle feste in mansarda, quello che apriva sempre e a tutti la porta di casa e, a modo suo, anche le braccia».
Tantissimi amici che oggi si stringono intorno a Chiara, la compagna. Ricordandolo come un giovane architetto con il background d’artista: geniale come vignettista, il tratto preciso di chi sa disegnare fumetti, la battuta tagliente di chi maneggia la satira d’istinto. E ancora la sua passione, la sua abilità manuale come modellista: straordinari i suoi bozzetti in cera o creta. E poi la passione per la musica, e le sue perfomance con il gruppo dei Caragana (oggi sciolto) dove Macca era anche paroliere. E proprio con il verso di una sua canzone gli amici oggi lo salutano: «Come una nuvola bianca e libera vago nel cielo senza meta né padroni beata e soffice senza forma né orizzonti».
b.melazzini
© riproduzione riservata