Muore tra le fiamme per una candela

Luigino Bruciotti, 56 anni, è rimasto ucciso nell’incendio del suo appartamento di via Pontida. Il rogo sprigionato da un cero acceso per fare luce. All’uomo avevano tagliato gas ed elettricità

– È morto tra le fiamme che sono divampate tra le proprie mura di casa, forse ucciso dal fuoco della candela con la quale illuminava la stanza dopo che gli avevano tagliato il gas e la luce. La vittima del rogo è, 56 anni, residente in un alloggio popolare nella corte di via Pontida al civico 2.
La sua è anche una storia di miseria e di povertà. La vicenda arriva da Busto Arsizio e la vittima è un italiano, bustocco doc. Per il momento non è ancora molta chiara la dinamica dei fatti, ma alla base dell’incendio potrebbe esserci stato un malore o una caduta causata da una distrazione o da un piede messo in fallo. Potrebbe essere svenuto anche per il fumo inalato, e magari era già morto quando le fiamme lo hanno divorato.

Non si spiegherebbe altrimenti il motivo per cui una persona possa restare carbonizzata in un incendio provocato da una candela. Se fosse stato minimamente lucido, avrebbe avuto tutto il tempo di spegnere il rogo, invece, è morto. E’ probabile, infatti, che le fiamme siano divampate a lungo nell’appartamento anche se nessuno si è accorto di nulla, neppure i vicini.
L’incendio è scoppiato in un orario indefinito tra le 20 e le 22.30. Bruciotti vive con il fratello che a quell’ora della sera si trovava fuori, ma di ritorno in via Pontida si è accorto che qualcosa non andava. Da una presa d’aria, fuoriusciva del fumo. A quel punto è scattato l’allarme. Marcello Bruciotti, insieme al vicino di casa Ottaviano, ha tentato di spegnere le fiamme, ma appena hanno aperto la porta sono stati inondati da una nube di fumo.

«Purtroppo – dice – non c’è stato niente da fare. Non l’abbiamo salvato – non si dà pace il vicino – era impossibile entrare. Erano circa le 22.30 quando Marcello spaventato ha suonato al mio campanello. Io stavo guardando la partita di Coppa Italia tra Napoli e Inter Sono uscito: Marcello mi ha urlato di prendere dei secchi d’acqua perché c’era un incendio nell’appartamento di Luigino. Quando abbiamo aperto, l’aria era irrespirabile, si vedeva una fiamma alta circa mezzo metro».


In pochi minuti sono intervenuti sul posto i vigili del fuoco del distaccamento di Busto e Gallarate. I soccorritori hanno lavorato per ore nell’appartamento domano le fiamme solo in piena notte, ma per l’uomo non c’era purtroppo nulla da fare. Il corpo parzialmente carbonizzato si trovava nell’anticamera. Della vicenda si stanno occupando i poliziotti del Commissariato di Busto Arsizio che stanno compiendo gli accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. L’appartamento al terzo piano, di proprietà di Aler, è inagibile.