Tassi ancora in rialzo a ottobre per i nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni. Secondo il rapporto mensile Abi, il tasso medio applicato dagli istituti di credito è il 2,73% contro il 2,26% del mese precedente. Tuttavia, avverte il vice d.g. dell’associazione Gianfranco Torriero, “le banche non hanno ancora applicato tutti gli ultimi aumenti dei tassi della Bce“.
In “salvo” chi ha scelto il fisso negli anni passati
I mutui a tasso variabile dopo l’ultimo intervento della Bce cresceranno in media di circa 50 euro a rata, diversa la situazione per i “fissi”. Il forte ricorso, negli scorsi anni, al tasso fisso per i mutui “immunizza” in buona parte le famiglie dal rialzo dei tassi deciso dalla Bce. Lo afferma il vice dg dell’Abi Gianfranco Torriero nella presentazione del rapporto mensile secondo cui “negli scorsi 4-5 anni, l’80% dei nuovi mutui era a tasso fisso” e anche per questo non ci si attende un importante aumento delle sofferenze, nei prossimi mesi, su questo comparto. Ci sono comunque Paesi che sul caro mutui sono intervenuti con leggi speciali, è il caso del Portogallo che ha obbligato le banche a rinegoziare i prestiti per le famiglie in difficoltà.
Prosegue aumento prestiti, frenata depositi
Prosegue l’aumento dei prestiti bancari a famiglie e imprese a ottobre mentre frenano i depositi, dopo gli aumenti continui degli scorsi mesi. Come si legge nel rapporto mensile dell’Abi, i finanziamenti sono saliti del 3,4% rispetto a un anno fa. Sul fronte della raccolta i depositi dopo la crescita del 2,3% di settembre e il +6,5% di ottobre 2021, hanno registrato un +0,1%. “La raccolta – sottolinea il vice dg dell’Abi Gianfranco Torriero – resta comunque positiva rispetto a un anno fa ma sui depositi si è in qualche modo toccato il tetto”.
Abi chiede misure per le imprese
Restano stabili le sofferenze bancarie a settembre con l’Abi che chiede per i prossimi mesi di concentrare le risorse pubbliche in misure a sostegno delle imprese, specie nella ristrutturazione del debito in modo da tenere anche sotto controllo la qualità del credito. Come si legge nel rapporto mensile dell’associazione le sofferenze nette a settembre sono stabili a 16,2 miliardi di euro e il rapporto sofferenze su impieghi totali è allo 0,92%.