Loro sul motorino, lui a piedi. Li ha inseguiti e raggiunti, poi ha tenuto bloccato la parte posteriore del mezzo con una presa energica. Ecco il caos, la folla che lo circonda, le minacce. Ma lui non si è fatto intimidire, ha resistito e la sua mossa ha consentito l’intervento dei carabinieri.
Così a Napoli un immigrato senegalese di 36 anni, protagonista ieri di un esempio di coraggio civico, ha fatto arrestare uno dei due rapinatori che avevano appena portato via la borsa a una turista francese mentre l’altro, che è riuscito a scappare approfittando del parapiglia, viene ora ricercato.
Il fatto è successo in corso Garibaldi, non lontano dalla Stazione centrale. Ibra, questo il nome del coraggioso immigrato, assiste alla scena della rapina: due giovani, in sella a uno scooter, aggrediscono una ragazza residente a Parigi, di 29 anni. La minacciano con un coltello e la costringono a cedere la borsa riuscendo a scappare. Ma il senegalese inizia a correre e dopo non molto raggiunge i due. Uno dei due lo minaccia con un coltello,
forse lo stesso usato per la rapina alla ragazza. In quel momento sul posto arriva una folla di persone, che, con suo grande sorpresa, invece di aiutarlo gli intima di lasciare andare via i due rapinatori.
C’è chi arriva addirittura a minacciarlo perché molli la presa. La stessa ragazza francese, dal canto suo, sotto choc e impaurita, urla al giovane senegalese di lasciar andare via i due. Teme per l’incolumità di Ibra, ha paura che la folla possa arrivare ad alzare le mani su di lui.
Sul posto, in breve, giunge una pattuglia del Nucleo radiomobile dei carabinieri, allertata da una telefonata che riferiva di una rissa in atto. Sono momenti di grande confusione. Uno dei due rapinatori cerca di fuggire a piedi, inoltrandosi nei vicoli circostanti, ma viene bloccato e arrestato. Il suo complice, nel parapiglia che si è creato, riesce a svignarsela in sella allo scooter e viene ora ricercato.
I carabinieri intanto portano via l’arrestato. Si tratta di un giovane di 19 anni, Carmine Roccia, incensurato. Il bottino viene recuperato. Nella borsa c’erano cinquecento euro in contanti, un tablet, uno smartphone e il passaporto. L’immigrato protagonista della vicenda è in Italia da sei anni e ha regolare permesso di soggiorno.
Vive a Napoli ma lavora in provincia, a Somma Vesuviana, cittadina di circa 35 mila abitanti, in una fabbrica dove si riciclano abiti usati. A mente fredda parla di quanto accaduto con molta naturalezza. Non si sente un eroe, pensa di aver fatto quello che doveva, di aver aiutato una persona in difficoltà.
«Quando la folla mi diceva di lasciarlo andare e mi minacciava non ho ceduto – racconta –. Sono stato coraggioso? Non lo so. So solo che non era giusto che lasciassi andare quell’uomo. In quel momento era come se quella ragazza fosse mia sorella. In questa zona di Napoli ormai è sempre più pericoloso circolare e lei ne stava facendo le spese». All’inizio dell’anno, sempre a Napoli, un altro immigrato, originario della Nigeria, divenne protagonista di una storia simile, sempre a lieto fine: Benjamin era intervenuto in soccorso di una signora vittima di un tentativo di scippo in una strada del centro storico cittadino e la scena era stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza.