Palermo, 8 set. (TMNews) – Attenzione all’anti-politica, può sfociare nell’anti-democrazia e in regimi totalitari. Giorgio Napolitano e Gianfranco Pasquino conversano delle origini del fascismo in Italia, all’università di Palermo, in occasione del ‘dialogo’ su ‘Rifare gli italiani per stare in Europa’ organizzato nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia.
“Ci sono delle definizioni folgoranti da prendere ‘cum grano salis'”, ha detto Napolitano. Citando poi l’interpretazione di Gobetti sul fascismo quale sbocco inevitabile per l’Italia, Napolitano ha concordato sul fatto che c’è un “nocciolo di verità” in questo ragionamento, il fascismo “non è un’improvvisa malattia che abbia contagiato l’Italia, c’era una certa incubazione nella cultura antiparlamentare, oggi si può dire antipolitica o antidemocratica”. E ha aggiunto: “Non voglio toccare elementi di attualità, ma bisogna prestare attenzione all’uso dilagante di certe parole come l’espressione ‘casta politica’” perchè “rischia di diventare notte in cui tutto è grigio quasi nero”.
“Sono d’accordo che c’era un’incubazione ma non c’era nulla di determinato e poi ci sono stati tanti fattori che hanno concorso a far precipitare la situazione verso il fascismo”, ha aggiunto Napolitano arrivando a citare Antonio Gramsci e la sua riflessione sulla responsabilità della sinistra nella genesi del fascismo, quel “fummo anche noi senza volerlo parte della dissoluzione generale della società italiana”, dove “quel noi si riferiva alla parte che Gramsci rappresentava”.
Mau-Xpa
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