É nata “Calzolai 2.0”: nella festa di San Crispino, patrono della categoria, oltre 90 artigiani provenienti da tutto il Nord Italia si sono incontrati a Binago per partecipare alla prima assemblea dell’associazione che traghetterà uno dei mestieri più antichi nel terzo millennio. L’evento, che è stato organizzato da Confartigianato Varese, è stato presentato dal sestese , presidente del Comparto moda di cui i calzolai fanno parte a livello sindacale.
«I calzolai- racconta Locorotondo – hanno registrato nel 2012 un saldo positivo tra nascite e cessazioni d’attività in gran parte delle regioni del Nord. In Veneto sono nate 34 nuove imprese che hanno compensato le 24 chiusure. In Liguria il tasso di sviluppo è stato del +6,7% e in Friuli +4%. Un leggero calo si è registrato invece in Lombardia, Piemonte e Trentino».
«Il nostro mestiere – aggiunge , vicepresidente dell’associazione – è tornato ad essere appetibile ai giovani. Sia come imprenditori – n’è prova il gran numero di trentenni aderenti a Calzolai 2.0 – sia come opportunità di lavoro per i ragazzi, che chiedono informazioni su come imparare.
Ciò comporta nuovi obiettivi e strategie. Sul fronte imprenditoriale lavoreremo per favorire la cooperazione, l’aggregazione, la formazione, la qualificazione professionale grazie anche ai nuovi strumenti di comunicazione e i social network. Sul fronte didattico creeremo sinergie e collaborazioni con scuole di formazione e professionali per calzolai e calzaturieri a livello regionale, nazionale ed internazionale, per offrire un’opportunità d’accesso alle nuove generazioni che noi imprenditori non possiamo garantire a causa dell’eccessiva burocrazia e degli elevati costi che la bottega-scuola oggi comportano in Italia».
Conclude il presidente : «abbiamo raggiunto il primo obiettivo, dare una rappresentanza nazionale alla categoria. La nostra richiesta d’adesione a Confartigianato nazionale è stata accettata. Promuoveremo la salvaguardia, la valorizzazione, la crescita del mestiere.
La profonda crisi economica e di consumi in atto da un lato ci avvantaggia perché la gente è tornata a far riparare le proprie scarpe invece di cambiarle, dall’altro ci penalizza per la scarsa qualità delle calzature da riparare, per i prezzi esigui che i clienti sono disposti a spendere e per il peso fiscale insopportabile a cui siamo soggetti. Insomma a fronte di qualche luce pesano ancora tante, troppe ombre. Che segnano l’evolversi della crisi. Ma c’è grande interesse per le calzature su misura, realizzate oggi con il Foot Scanner».
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