Bruxelles, 11 mar. (TMNews) – La no fly zone in Libia è un’opzione ancora lontana. Non è esclusa, ma resta di difficile applicazione. Alla Nato non tutti sono d’accordo, sarebbe una rischiosa e costosa operazione militare. E la riunione dei ministri della Difesa a Bruxelles non ha contribuito a superare la fase di stallo. La Germania è “scettica”. “Non vogliamo rimanere coinvolti in una guerra in Nordafrica”, ha spiegato Guido Westerwelle, dopo un incontro con il capo della diplomazia Ue,
Catherine Ashton. Più facile sarebbe procedere con un’operazione di pattugliamento navale. D’altra parte, l’Alleanza ha già deciso di rafforzare la sua presenza nel Mediterraneo per controllare l’evoluzione di una crisi i cui sviluppi sono difficili da prevedere. Su una cosa, comunque, tutti concordano: qualunque tipo di operazione necessita di “tre condizioni fondamentali: “deve essere dimostrata la necessità, deve esserci un chiaro mandato legale, occorre il fermo sostegno degli attori regionali”, la Lega Araba, il Consiglio per la Cooperazione del Golfo, l’Unione Africana. E, in ogni caso, l’Italia sarà una protagonista “alla pari” di tutti gli altri.
A Bruxelles, dunque, prevale “la linea della prudenza”, sebbene – ha spiegato Ignazio La Russa – “ci sia la grande consapevolezza che non bisogna lasciare nulla di intentato perché siano salvaguardate le vite di civili libici, sia garantita l’aspirazione di un anelito di libertà e democrazia, non sia compromessa la prospettiva di una vera, solida stabilità nell’area”.
Una fase di stallo, legata alla situazione sul terreno, su cui si è discusso anche in serata, in una riunione ristretta tra i ministri di Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Canada e Australia. Un colloquio informale che non ha cambiato le carte in tavola. “Ho garantito che le decisioni che dovessero essere prese a livello internazionale troveranno l’Italia solidale senza dire sì, maà Se sarà con le navi, andremo con le navi, se con gli aerei andremo con gli aerei. Vogliamo essere decisivi anche noi, protagonisti nella decisione esattamente come gli altri”, ha spiegato La Russa. Quanto alla proposta di bombardamenti mirati che il presidente francese Nicolas Sarkozy intende avanzare domani ai suoi alleati europei, La Russa – come ha già fatto il collega Franco Frattini – ha però escluso un’eventuale partecipazione italiana.
Coa
102047 mar 11
MAZ
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