Bruxelles, 18 set. (Apcom) – La Nato di Anders Fogh Rasmussen sfruttando il volano della rinuncia Usa allo scudo missilistico in Europa tende la mano alla Russia, e le prime risposte di Mosca sono positive. Oggi il nuovo segretario generale dell’Alleanza ha tenuto un suo primo impegnativo discorso pubblico sui possibili rapporti futuri con Mosca, dopo un lungo periodo di tensione, culminato con la guerra i Georgia e il blocco delle relazioni bilaterali, che solo da pochi mesi hanno cominciato a riavviarsi.
Rasmussen ha avanzato una proposta nuova e coraggiosa, proponendo di collegare i sistemi missilistici russi, degli Stati Uniti e dell’Alleanza tenendo presente il pericolo iraniano.
La proposta è stata notevolmente “facilitata” dall’abbandono da
parte degli Stati Uniti – per la gioia di Mosca – del progetto di scudo missilistico strategico in Europa centrale, partendo da
questo presupposto dunque Rasmussen ha elaborato “tre proposte
concrete” per ottenere un rafforzamento del partenariato
Nato-Russia.
La prima è di “esaminare immediatamente il rafforzamento della
cooperazione in tutti i settori di interesse comune: la lotta
contro il terrorismo, la proliferazione delle armi di distruzione di massa e la stabilizzazione dell’Afghanistan”.
La seconda proposta, destinata a ristabilire la fiducia scossa
dalle pesanti divergenze sull’allargamento della Nato ad Est, è
di “rivitalizzare il Consiglio Nato-Russia”, l’organo consultivo
tra l’Alleanza atlantica e Mosca per discutere tutti gli
argomenti “senza pregiudizio”. Infine, l’ex Primo Ministro liberale danese ha proposto a Mosca di rivedere tutte le “nuove sfide alla sicurezza” del 21° secolo.
Di fronte alla crescente minaccia dei missili balistici, Rasmussen ha invitato Mosca, Washington e gli alleati europei ariflettere insieme sui modi di legare, a “tempo debito” i loro sistemi di difesa anti-missile, dando seguito a una prima idea avanzata sia da Stati Uniti, Nato e Russia, a margine del vertice dll’Alleanza a Bucarest nell’ aprile 2008.
Il progetto di scudo della precedente amministrazione
statunitense prevedeva di installare entro il 2013 un potente
radar nella Repubblica Ceca, con dieci missili intercettori a
lungo raggio balistici in Polonia, col fine dichiarato di
dissuadere l’Iran ad utilizzare i suoi razzi contro gli Stati
Uniti. Mosca vide nel progetto una minaccia di accerchiamento del suo arsenale strategico e rispose con l’idea di dispiegare missili terra-terra nell’enclave di Kaliningrad.
Accogliendo con favore la decisione di Washington, il presidente
russo Dmitry Medvedev ha ribadito che aveva concordato a luglio
con Barack Obama di avviare una valutazione congiunta dei rischi
e delle relative risposte balistiche.
Venerdì scorso, Rasmussen ha chiesto alla Russia di unirsi agli
occidentali “nell’esercitare la massima pressione sull’Iran,
perchè Teheran abbandoni la sua ambizione, nucleari e balistica.
Washington in cambio della rinuncia allo scudo missilistico
vorrebbe che Mosca adottasse una posizione più rigida sul
programma nucleare iraniano, secondo il quotidiano russo
Kommersant, che cita una fonte diplomatica russa.
Gli Stati Uniti vorrebbero anche che la Russia rinunci a vendere
a Teheran il sistema di difesa aerea S-300, che potrebbe essere
dislocato intorno agli impianti nucleari iraniani.
“Penso che sia possibile per la Nato e la Russia avere un nuovo
inizio”, riassume oggi Rasmussen a Bruxelles, anche se ha
ribadito che la Nato vuole ancora l’adesione della Ucraina e
della Georgia, “quando avranno soddisfatto i criteri necessari”,
nonostante che la Russia rimanga fortemente ostile.
Rasmussen ha anche offerto, per placare le preoccupazioni di
Mosca su una possibile “emarginazione” in Europa, di discutere la nuova architettura di sicurezza euro-atlantica promossa da
Medvedev. Il capo della Nato ha anche ribadito che “la Russia
secondo me fa parte dell’Europa” e, su un tono più scherzoso, ha
ricordato che l’articolo 10 dei Patto atlantico prevede la
possibilità che anche Mosca, se volesse, potrebbe entrare nella
NAto.
Il segretario generale ha fatto di tutto per blandire Mosca,
giungendo ad affermare che la cooperazione a tre con la Ue sta
dando frutti molto positivi nei Balcani, compreso il Kosovo.
L’ambasciatore russo alla Nato Dmitry Rogozin, che ha assistito
al discorso di Rasmussen, ha descritto la sua offerta come “molto positiva” e “molto costruttiva”.
Lor
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