SESTO CALENDE – Era di fabbricazione e forse anche battente bandiera slovena la ‘house-boat’ che si è ribaltata domenica sul Lago Maggiore con oltre 20 persone a bordo e provocando la morte di 4 persone fra cui due agenti dell’intelligence italiana – Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi – un ex 007 israeliano e la russa Anya Bozhkova, compagna del comandante (sopravvissuto) Claudio Carminati, unico indagato per omicidio e naufragio colposo nel fascicolo aperto dalla Procura di Busto Arsizio.
Ieri sono andati a vuoto i tentativi di recupero del relitto con i palloni pieni di elio per il sollevamento del mezzo. I vigili del fuoco impegnati nel recupero hanno avvisato pochi minuti fa gli inquirenti guidati dal Procuratore Carlo Nocerino dell’impossibilità di procedere: la barca è rimasta incagliata e non riemerge dalle acque dell’inabissamento. Serviranno probabilmente mezzi più potenti come piattaforme e gru. L’inchiesta punta in primo luogo proprio agli accertamenti sul relitto di eventuali modifiche a bordo che potrebbero averla resa meno manovrabile,
ricerca delle etichette di immatricolazione, analisi delle condizioni dei materiali e in secondo luogo a capire se fosse legittimo navigare in quelle condizioni. La tromba d’aria c’è stata – assicurano fonti vicine all’indagine – ed è immortalata da numerose immagini e video e anche dalle immagini radar alle 19.25 del 28 maggio. Quel giorno tuttavia non era stata diramata un’allerta temporali per la zona degli enti preposti.
Sotto il profilo delle testimonianze i 13 israeliani sopravvissuti a bordo, tutti agenti dei servizi o delle forze di sicurezza di Tel Aviv, sono stati sentiti a sommarie informazioni prima di rimpatriare in poche ore, come da tabella di marcia già decisa in anticipo. In caso di necessità di riascoltare le loro testimonianze i pm potrebbero optare per lo strumento della rogatoria internazionale ma non è chiaro se abbiano fornito generalità reali o di copertura.