‘Ndrangheta/ Dopo 12 anni finita la latitanza di Francesco Perre

Reggio Calabria, 27 ago. (TMNews) – E’ finita ieri dopo dodici anni la latitanza di Francesco Perre, 43 anni, elemento di spicco della ‘ndrina dei Barbaro di Platì in provincia di Reggio Calabria. Ad arrestarlo sono stati i carabinieri del comando provinciale della città dello stretto nel tardo pomeriggio di ieri in una zona impervia del comune di Palizzi Superiore. Francesco Perre stava irrigando una piantagione di circa duemila piantine di marijuana quando i militari dell’Arma gli sono piombati addosso.

Il latitante, che era inserito nello speciale elenco dei più pericolosi criminali stilato dal Ministero dell’Interno, ha tentato una precipitosa fuga a piedi, ma è stato subito bloccato dagli uomini della Benemerita. “Bravi mi avete fregato” ha detto ai militari del reparto operativo, che da giorni ormai gli davano la caccia. Infatti i servizi di appostamento per capire di chi fosse la piantagione di sostanze stupefacenti erano attivi da una ventina di giorni. Una volta avuta la certezza, ieri pomeriggio, che il soggetto che da giorni annaffiava le piante era proprio il latitante i militari hanno deciso di intervenire chiudendogli tutte le vie di fuga.

Perre era stato condannato in via definitiva nel 2001 a 28 anni di carcere, insieme ad altre cinque persone, per il sequestro dell’imprenditrice milanese Alessandra Sgarella Vavassori, rapita 11 dicembre del 1997 a nel quartiere San Siro di Milano, e rilasciata nove mesi dopo nella locride.
In particolare secondo quanto stabilito dalle indagini, Perre era stato incriminato per essere stato il vivandiere della donna milanese, che era stata tenuta prigioniera nelle pendici dell’Aspromonte. E proprio la notte scorsa dopo una lunga malattia si è spenta a Milano l’imprenditrice.

I particolari della cattura di Perre sono stati resi noti in conferenza stampa dal Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri insieme ai vertici dell’Arma reggina Pasquale Angelosanto e Carlo Pieroni. “La stagione dei sequestri a opera della ‘ndrangheta fu una stagione terribile, una stagione di oscurantismo che fece conoscere il volto peggiore della Calabria, marchiando i suoi abitanti per decenni”, ha detto il Procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Gratteri, in conferenza stampa.

“L’invio di centinaia di poliziotti e carabinieri, l’invio dell’esercito fu una politica sbagliata – ha concluso Gratteri – la lotta alla ‘ndrangheta non si fa come una caccia alla volpe all’inglese, ma con pazienza e intelligence”.

FMC

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