Roma, 23 feb. (Apcom) – Sei persone sono finite in manette per aver favorito la latitanza di Giuseppe Spagnolo, esponente di spicco della ‘Ndrangheta calabrese. ‘Peppe ‘u banditu’, della cosca Farao-Marincola, operante a Cirò e nell’intera provincia di Crotone, avrebbe goduto di una rete di fiancheggiatori. Due furono arrestati assieme a lui dai carabinieri nel maggio 2008 a Pisa. Altri sei sono finiti in manette stamani all’alba in una operazione dei carabinieri di Lucca e Crotone. I provvedimenti del Gip di Lucca sono l’epilogo dell’indagine ‘Falco’ iniziata nella primavera del 2008, con la quale i militari hanno sgominato un giro di estorsioni a imprenditori calabresi in Toscana. Il coinvolgimento diretto del latitante Spagnolo nelle attività estorsive in Lucchesia, precisano i carabinieri, non è comunque mai stato dimostrato.
I sei avrebbero fornito al latitante alloggio, danaro, automobili e documenti falsi, consentendogli di continuare a esercitare i suoi compiti di direzione della cosca. L`indagine è stata coordinata dal procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, dal procuratore di Lucca, Aldo Cicala, dal sostituto procuratore della Dda di Firenze, Ettore Squillace Greco e dal sostituto procuratore della Procura di Lucca, Fabio Origlio.
In carcere sono finiti per favoreggiamento aggravato Franco Cosentino, di Cirò Marina, 36enne, residente in Calabria; Vincenzo Anania, di Cirò Marina, 39enne, residente a Capannori, in provincia di Lucca; Nicodemo Benevento, di Cirò Marina, 56enne, residente a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze; Francesco De Leo, di Cirò Marina, 45enne, residente in Calabria; Rosario Tosto, di Umbriatico, nel Catanzarese, 42enne, residente in Calabria; Rosanna Leto Russo, 37enne, residente a Prato, ora ai domiciliari in quanto madre di un infante.
Red/Gtz
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