Qualche giorno Stefano Venegoni ha conquistato l’attenzione di molti sorvolando i cieli della provincia con la sua mongolfiera. Lui, quasi diciannovenne (li compirà il 22 agosto), tiratore di scherma fagnanese, racconta quello che per lui è «un affare di famiglia».
Praticamente ce l’ho nel sangue, basti pensare che mio zio ha fatto da secondo pilota al primo argonauta d’Italia. Diciamo che è un affare di famiglia, fin da quando avevo 3 anni ho sempre seguito mio nonno e mio papà durante i loro voli.
Si, ho frequentato la scuola di volo e il 16 gennaio 2016 sono riuscito ad ottenere il brevetto di pilota di mongolfiere. È stato uno dei giorni più belli della mia vita, da quel giorno ho preso il mio pallone e ho iniziato a girare tutto lo Stivale. Io ed il mio team siamo stati a Mondovì, a Capannori vicino a Lucca ed a Roma.
Certo, è stata un’emozione che non dimenticherò mai. Eravamo vicino a Pavia, il decollo era alle 7.30 del mattino, sono rimasto sveglio fino alla una, mi sono alzato alle 4 e dopo mezz’ora ero già pronto con la giacca. Purtroppo siamo partiti da casa con trenta minuti di ritardo per via delle condizioni meteo.
Solo per redigere il piano di volo, studiare le correnti e capire quale rotta seguire impiego un’ora, un’ora e mezza. Poi con il team controlliamo le informazioni della mappa e pianifichiamo il volo. Una volta sul campo dobbiamo preparare il pallone e controllare che tutto sia pronto, insomma diciamo che la preparazione dura 3/4 ore.
Principalmente siamo io, mia mamma, mio papà e mia sorella. In più ci sono altre persone tra cui Giuseppe, un siciliano trapiantato a Milano da vent’anni, che segue il team da più di trent’anni.
Questa è una domanda difficile perchè quello che si prova durante l’ora di volo non si può capire se non provandolo sulla propria pelle. Immagina di essere sospeso in una cesta di vimini, sorvolare campagne e città, salutando le persone sul balcone alle 7 della mattina. Si prova un senso di libertà e di vicinanza con la natura, questo è l’unico tipo di volo che ti permette di restare a contatto con quello che ti circonda.
Si può fare parte dell’equipaggio ovvero la parte di team che si occupa del decollo e del recupero delle mongolfiere. Un buon pilota è tale solo se ha un buon team.
Mentre facevo la scuola, una volta abbiamo portato dei passeggeri ed una volta un ragazzo ha chiesto alla sua fidanzata di sposarlo. E lei ovviamente ha detto di sì.
No, preferisco gustarmi il momento piuttosto che fare foto. Inoltre, il volo in mongolfiera richiede una costante attenzione perchè, non avendo un timone, bisogna controllare le correnti e avere sempre ben in mente il piano di volo prestabilito.