Ascoli Piceno, 21 lug. (TMNews) – “Ho visto per l’ultima volta il piccolo Jason tra l’1 e il 2 luglio”. Così racconta ai giornalisti, davanti al cancello della villetta di via Verona a Piane di Morro, Graziano Bollettini, il padrone nonché vicino di casa di Katia e Danny Prusciano, i genitori fermati dopo la scomparsa del figlio. I genitori di Jason abitano infatti all’ultimo piano, in una mansarda di 140 metri quadri, della villetta di proprietà di Graziano Bollettini, dove lo stesso Bollettini insieme al fratello e alla famiglia abitano.
“Venerdì primo luglio o il sabato ricordo – racconta Bollettini – di aver visto il piccolo Jason, erano i giorni della sagra della tagliata di Piane di Morro, e Danny stava ripitturando la casa e mi ha chiesto consiglio sulla vernice che doveva andare a comprare alla ferramenta. Voleva dipingere la cameretta di celeste e il bimbo era lì che dormiva nella carrozzina”.
Il vicino di casa racconta anche che da quando si sono diffuse le voci della scomparsa del bambino il padre di Jason gli ha riferito che “voleva andare avanti, era disposto a far vedere ai servizi sociali le analisi ma non voleva dire dove fosse. Neanche a noi l’ha detto. Ma parlava come se fosse vivo. Aveva paura gli togliessero anche questo figlio. Era molto scocciato con gli assistenti sociali e io gli ho anche proposto di andarci a parlare personalmente,
per aiutarlo”. Graziano infatti non riesce a credere a quello che è successo e parla della coppia come di due persone “normali, tranquille”, ma “lui aveva paura che i servizi sociali gli portassero via la moglie e la bambina, perché gli avevano proposto di portarle in una casa famiglia, raccontava, e questo lo spaventava non riusciva ad accettarlo, ‘chi famiglia saremmo?’. Parlava anche della bambina, quella che già gli era stata tolta, si chiedeva perché i servizi sociali l’avessero fatto, diceva che non gli davano chance”. Poi da quando Graziano non ha più visto Jason, Danny “era evasivo, non voleva dire nemmeno a noi dove fosse, diceva di averlo dato ai parenti, poi cambiava versione ad un amico, non si fidava”.
Gtu/Sar
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