Nessun rischio sanitario per patologie respiratorie tra la popolazione potenzialmente interessata dalle emissioni in atmosfera determinate dal ciclo produttivo del cementificio Colacem di Caravate. Una notizia rassicurante per tutti quei cittadini che vivono e lavorano attorno all’azienda e che emerge dalla presentazione dei risultati preliminari di uno studio epidemiologico condotto dall’Agenzia di Tutela della Salute, ovvero l’Ats. Risultati che sono stati resi noti, alla presenza della dottoressa Anna Maria Maestroni, direttore sanitario dell’Ats Insubria e comunicati ai sindaci dei Comuni interessati, ovvero Caravate, Gemonio, Brenta, Cittiglio, Sangiano e Laveno Mombello, durante un incontro convocato presso la sede stessa dell’Agenzia di Tutela della Salute. Tavolo convocato recentemente con i rappresentanti delle sei amministrazioni comunali interessate, proprio per approfondire i possibili rischi sulla salute, derivanti dall’attività del cementificio Colacem.
A rendere noto l’esito preliminare dell’indagine epidemiologica effettuata è stata la stessa Ats Insubria, in un comunicato stampa, in cui si rassicura la popolazione sulla non evidenza di rischio sanitario per patologie respiratorie tra la popolazione potenzialmente interessata dalle emissioni e che vive o lavora nei sei Comuni dell’area attorno al cementificio.
Le indagini da parte di Ats non si fermano però qui, come garantisce la stessa Agenzia di Tutela della Salute; a seguito dell’incontro avuto con i sindaci è stato stabilito un crono programma dei lavori, «che prevede – come si legge nella nota – secondo un approccio orientato alla trasparenza e al rigore scientifico, un primo aggiornamento della mappatura del rischio sanitario, da concludersi entro il mese di settembre del 2017».
Ats Insubria continuerà quindi l’attività di monitoraggio. «Se dall’analisi specifica dei dati di sorveglianza sanitaria emergeranno elementi di rischio concreto per la popolazione – conclude la nota di Ats – verrà valutata la necessità di un ulteriore approfondimento epidemiologico mirato».
«Siamo soddisfatti per l’avvio di questo percorso e di questo tavolo a cui siamo presenti, ma siamo anche soltanto all’inizio – commenta , presidente del Comitato Ambiente Verbano – vigileremo sul fatto che questa indagine sia la più approfondita possibile e sottoporremmo i risultati che emergeranno ad un ente terzo per una controprova. Vista la partenza di questo tavolo abbiamo deciso, per il momento, di non ricorrere alla magistratura dopo la concessione dell’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale ndr) al cementificio».