«Hanno detto che non siamo stati noi a scrivere i teli, ma non è così» afferma uno dei richiedenti asilo provenienti dal Gambia che giovedì scorso hanno deciso di manifestare, davanti alla rotonda di piazza Alcide De Gasperi, contro la KB. E, a sostegno della sua tesi, estrae dalla tasca il telefono su cui è salvata una fotografia scattata al foglio sul quale in alto appare la scritta in inglese e sotto la traduzione in italiano.
«Per noi è più facile scrivere in inglese e da li siamo partiti» precisa il gambiano. Che poi svela: «Per tradurre abbiamo usato Google Translator». Una pratica che loro definiscono «consueta» perchè anche se frequentano le classi di italiano «sappiamo solo poche parole e certi termini non li capiamo, per questo usiamo il traduttore».
Insomma, a sentire i gambiani non ci sono fomentatori alle loro spalle, nessuna macchinazione e nessun Mohicano. «Abbiamo fatto tutto noi». Ma loro li conoscevano quei due ragazzi che giovedì li hanno avvicinati durante la manifestazione? «No – affermano all’unisono – non li avevamo mai visti prima».
Una domanda a cui, molto probabilmente, hanno dovuto rispondere anche al Comando di via Ferraris. Infatti, come già anticipato agli agenti nella giornata di venerdì «siamo rimasti tranquilli e non abbiamo fatto nessun tipo di protesta perchè oggi (ieri) volevamo avere l’occasione di esporre il nostro punto di vista». La loro posizione non cambia, perchè, in base alla punizione inflitta ai cinque asilanti del Gambia (sono stati espulsi dal programma di accoglienza) «vuol dire che abbiamo litigato da soli?».
Ieri, tre gambiani, di cui due espulsi dal programma, si sono confrontati con gli agenti. «Finalmente siamo stati ascoltati da qualcuno». E adesso? «Non possiamo fare altro che aspettare, il nostro futuro è nelle loro mani».
Una notizia li ha però rassicurati: «Non sappiamo ancora dove e quando – continuano – ma ci hanno detto che ci sposteranno». I gambiani possono tirare un sospiro di sollievo perchè, secondo loro, all’interno della struttura di via Ranchet le scaramucce sono all’ordine del giorno.
«Venerdì siamo tornati al centro per poter mangiare dopo la preghiera del venerdì, purtroppo ci hanno detto che il cibo era finito e che era rimasta solo una ciotola in cui abbiamo mangiato in sei». Verità? Esasperazione? Un aspetto positivo lo trovano: «Ci hanno consegnato i soldi che ci spettavano» afferma il gambiano, anche se il conteggio si è fermato nel momento in cui il Prefetto ha decretato per lui l’espulsione dal centro KB.