La libertà di uscire di casa, camminare tranquillamente per le strade della propria città a qualsiasi ora del giorno. E anche della notte. È un diritto sacrosanto, che nessuno può toglierci.
La parola sicurezza negli anni è stata usata più volte, quasi sempre come slogan, raramente accompagnandola a soluzioni concrete. A Varese, come nel resto d’Italia. A voler pensare male, probabilmente conservare un certo livello di insicurezza “rende” molto politicamente, dal momento che si tratta di un argomento da cavalcare ad ogni tornata elettorale. Da qui si può capire la tendenza al lassismo della nostra classe politica, indipendentemente dal colore politico. Guardando la situazione di piazza Repubblica, l’emblema del degrado sociale e dell’insicurezza nella città di Varese, capiamo bene come ci sia sempre stata una totale assenza di risposte.
Il centrodestra, a parte numerose manifestazioni, non ha prodotto risultati. Il centrosinistra, insediato ormai da qualche mese, non sta producendo nessuna forte discontinuità. Con l’eccezione del vicesindaco Daniele Zanzi, che è sì alleato ma tende a differenziarsi dalla coalizione difendendo la peculiarità civica del suo movimento, Varese2.0. Ed oggi parla chiaro, senza nascondere quello che sta avvenendo in città, ovvero il tentativo di conquista del territorio da parte di gruppi di stranieri. Questo non è accettabile. L’accoglienza necessita del rispetto verso chi accoglie. Integrazione significa che chi arriva accetta le leggi e i modi di vivere del Paese ospitante. Non significa accettare un’invasione.