Una ventina di giorni come sponsor del Varese sono bastati a Giuseppe Pirola per rendersi conto di quanto sia intenso e coinvolgente far parte della famiglia biancorossa. Martedì pomeriggio, all’Olimpico di Roma, c’era anche l’amministratore delegato di Unendo Energia Italiana, che si è gustato in tribuna la storica partita con la Lazio (e pazienza per il risultato: il Varese è uscito a testa altissima), prima di tornare in treno insieme alla squadra. Oggi con l’Entella sarà decisivo tirare fuori lo stesso orgoglio e spirito guerriero mostrati nella Capitale.
«Mi porto dietro il ricordo di una gran bella esperienza – dice Pirola – Non ero mai stato all’Olimpico, e mi ha fatto piacere entrarci per la prima volta proprio in occasione di una partita del Varese. Sono rimasto colpito dalla presenza così massiccia dei tifosi biancorossi: non me ne aspettavo addirittura quattrocento per una trasferta sì importante, ma comunque lontana e infrasettimanale. È sintomo di una passione veramente forte e radicata».
E poi sul campo i ragazzi di Bettinelli si sono fatti onore: «Eccome, si è visto un bel Varese, ben messo in campo – conferma Pirola – Al cospetto della Lazio la squadra non ha per nulla sfigurato». Un altro momento indimenticabile della trasferta romana è stato l’incontro dei tifosi con papa Francesco in piazza San Pietro: «Del resto il pontefice è un calciofilo – sorride Pirola – Alla sua collezione di maglie adesso ha aggiunto quella del Varese. Bellissimo».
Sceso a Roma insieme al presidente Laurenza, Pirola è risalito in treno con la squadra: «L’atmosfera era serena – racconta l’a.d. di Unendo Energia Italiana – Ho scambiato quattro chiacchiere con Neto e Zecchin, che reputo fondamentali (insieme a Blasi) per trasmettere esperienza ed equilibrio a un gruppo molto giovane. Neto poi è davvero un giocatore eccellente: gli ho anche detto che, in certi movimenti e per come nasconde la palla, mi ricorda Savicevic».
Insomma, l’impatto con la realtà varesina è stato dei migliori: «Sì, ma non avevo dubbi – assicura Pirola – Dopo essermi impegnato a Busto nel volley, ho pensato fosse il momento di “divulgare il verbo” della mia azienda anche nel nord della provincia, investendo nel Varese 1910. Lo sport è un veicolo straordinario per far conoscere le nostre attività, e lo è ancor più in un territorio rigoglioso e ricco di potenzialità come il Varesotto».
Qualche tifoso della Futura teme che il matrimonio col Varese sia l’anticamera di un divorzio dal volley bustocco: «Ma no – smentisce Pirola – Non hanno motivo di essere preoccupati. Il nostro progetto a Busto è appena iniziato e continua. Come dicevo, abbiamo semplicemente deciso di promuovere la nostra azienda, attraverso la sponsorizzazione del Varese, anche nell’area più a nord della provincia. L’idea è infatti quella di diffonderci e radicarci sul territorio in maniera capillare. In quest’ottica
(che è squisitamente imprenditoriale) non avrebbe avuto senso investire in un’altra realtà sportiva di Busto Arsizio, senza nulla togliere alla Pro Patria o ad altre società».
Inevitabile chiedere a Pirola anche un parere sul faticoso avvio di stagione dell’Unendo Yamamay, impegnata stasera a Bergamo: «Vedrete che, rispetto all’anno scorso, la squadra verrà fuori prima – è la previsione di Mr. Unendo – ci sono state delle difficoltà legate agli infortuni e alla condizione precaria di qualche atleta, ma ormai dovremmo esserci. La squadra è forte e non deluderà».
In conclusione, siamo sotto Natale, che regalo consiglierebbe ai tifosi varesini? «Consiglierei di regalare a tutti la Soccer energy card, pensata per i tifosi del Varese: è gratuita, basta farne richiesta. E permetterà ai possessori di beneficiare di sconti se diventeranno clienti di Unendo Energia Italiana».