Anche se ha giocato la sua ultima partita a Varese quasi 50 anni fa, Pietro Anastasi è sempre rimasto un cuore biancorosso. Ed è uno di casa. Quando i suoi mille impegni gli danno tregua, non perde l’occasione per tornare a Masnago.
Sinceramente poco, perché ho visto troppa sufficienza in alcune azioni. Soprattutto la difesa, in questo momento, prende troppi gol e questo è la luce di tutto. Bastianoni di solito dava sicurezza alla difesa e ai tifosi, ma nelle ultime due partite ha lasciato un po’ a desiderare. Forse gli hanno fatto troppi complimenti per la grande prestazione di Avellino. E poi una cosa in particolare mi stupisce.
Che il migliore in campo sia quasi sempre Neto Pereira. Sembra che abbia 10 anni in meno. Neto sta dimostrando di avere ancora tanto, si impegna, dà tutto. I compagni dovrebbero prendere tutti esempio da lui, soprattutto i giovani. Se uno vuole arrivare a certi traguardi bisogna fare dei sacrifici e delle rinunce, e metterci più passione. Qui sembra che la carretta la tirino sempre i Neto, gli Zecchin, i Corti. Va benissimo puntare sui giovani, ma i giovani devono imparare, crescere e lottare per scalzare quelli più esperti di loro.
Ma infatti mi chiedo perché sia partito così male, regalando i primi 20 minuti agli avversari. Se il Varese fosse partito con la grinta, l’attenzione e la determinazione messe dopo il doppio svantaggio, probabilmente sarebbe arrivato il successo, visto che l’Entella non mi è sembrata una squadra impenetrabile. È ovvio che recuperare la partita serve anche per il morale, ma un pareggio non è uguale a una vittoria.
Tantissimo, perché un primo successo esterno potrebbe lanciare la volata di fine anno, forse decisiva per la stagione biancorossa. Oggi, con il -3 già arrivato e l’ultimo -1 in arrivo, siamo ultimi. Ma se vinciamo a Latina tutto può cambiare.
Sabato i tifosi hanno spronato la squadra, perché vedevano che non tutti stavano rendendo al meglio. Storicamente a Masnago passano in pochi, ha una forza incredibile questo ambiente, e dovrà essere decisivo anche in questo campionato.
Ci vorrebbe uno con una certa esperienza, che prenda in mano la squadra e che possa guidare il centrocampo e dettare i tempi. A volte il gioco è un po’ approssimativo. Un nome esperto lì in mezzo farebbe decisamente comodo.
È stato bravo a salvare il Varese lo scorso anno, quando la situazione era veramente disperata. Lui è riuscito a caricare la squadra e a dare la mentalità giusta. Anche quest’anno le cose erano iniziate abbastanza bene, ma ripeto, non è facile convivere con i problemi societari.
Lo dico anche io. Perché la serie B è il minimo per questa gente e per questa città. Il presidente deve fare il suo a gennaio, e con qualche innesto giusto penso che non avremo problemi a salvarci. Non penso minimamente che il Varese possa retrocedere, non è nella mia mentalità.