Netturbini violenti, la condanna dell’assessore alle partecipate : «Fatto grave. Andrebbero licenziati, sperando che poi non trovino un giudice che li reintegra in servizio». Dopo l’episodio della rissa in piazza Mercato, che ha portato tre operatori ecologici del settore igiene ambientale di Agesp ad essere denunciati a piede libero dai Carabinieri di Busto Arsizio per ingiuria e minaccia aggravata, lesioni personali e interruzione di pubblico servizio in concorso, si riaccende il dibattito sul personale della raccolta rifiuti di Agesp. Già oggetto di polemiche anche in consiglio comunale per l’assenteismo-boom, a livelli più alti che a Napoli, registrato lo scorso anno.
Ora l’assessore Reguzzoni, ex amministratore delegato di Agesp Servizi che licenziò due dipendenti pizzicati mentre, in servizio, si concedevano una partita a carte al bar, ricollega i due episodi: «Questa vicenda di piazza Mercato è più grave, perché c’è un atto di violenza che non può essere paragonato ad una partita a carte – precisa Reguzzoni – ma il principio di fondo è lo stesso. Se una persona è pagata per lavorare, non può mettersi a fare altro.
Lo ritengo innanzitutto un affronto alle tante persone che, anche nella nostra città, non trovano lavoro. Mi auguro che questi dipendenti abbiano quello che si meritano». Per Reguzzoni, al di là delle valutazioni che in questo momento stanno facendo i responsabili del personale di Agesp Spa, i tre netturbini violenti, che si sono presentati in “spedizione punitiva” con il mezzo aziendale della raccolta rifiuti, andrebbero «messi alla porta. Sperando che questa volta non trovino un giudice del lavoro che li reintegra, costringendo la società anche a pagare un anno di stipendio arretrato».
È quello che capitò ai tempi dei licenziamenti per la partita a carte in servizio: non fu giudicata una motivazione valida per l’interruzione del rapporto di lavoro. «Purtroppo alla lunga i risultati sono anche questi – ragiona l’attuale assessore alle partecipate, riferendosi a quel caso ma anche all’assenteismo da record – ricordo ancora che nel caso dei “giocatori di carte” c’erano delle organizzazioni sindacali che li difendevano. Ma se in un’azienda ci sono delle pecore nere, e sono poche perché la gran parte dei dipendenti lavorano e si impegnano, vanno messe alle porta, altrimenti diffondendo il luogo comune dei dipendenti fannulloni finiscono per danneggiare l’immagine dell’azienda, soprattutto di fronte ai cittadini». In passato un altro episodio costò il posto a 5 dipendenti Agesp, sempre ai tempi della gestione Reguzzoni: erano stati sorpresi a rubare dalle casse della piscina Manara.
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