– New Livingston, non c’è più niente da fare. Gli aerei già messi e terra all’inizio di ottobre 2014 e restituiti ai legittimi proprietari, non torneranno più in volo per la compagnia aerea rilevata da Riccardo Toto poco più di tre anni fa.
È la fine della vita della nuova Livingston. Senza alcuna speranza di poter tornare in pista. Non esistono, infatti, manifestazioni di interesse nei confronti del vettore italiano che avrebbe fatto volentieri di Malpensa la propria base.
Ieri mattina in azienda, a Cardano al Campo, l’incontro tra rappresentanti sindacali, Riccardo Toto e il commissario Oliviero Tessera che sta curando la società messa in procedura concorsuale lo scorso 19 marzo dal tribunale di Busto.
Presenti anche numerosi dipendenti, ieri, che possono soltanto sperare nella cassa integrazione straordinaria per dodici mesi, senza poter fare appello al fondo volo che integrerebbe la “busta paga” a fine mese fino all’80% circa dello stipendio. Niente da fare, invece.
Giovedì 16 aprile l’appuntamento al ministero del Lavoro per la richiesta di conversione del decreto di Cigs dato il sopraggiungere della procedura concorsuale.
«Possiamo soltanto tentare di mettere in condizioni di sicurezza i 160 dipendenti circa con l’utilizzo
degli ammortizzatori sociali cercando, nello stesso tempo, di offrire possibilità di ricollocazione», dichiara Antonio Ciraci, segretario generale della Filt Cgil di Varese. «Purtroppo non è a posto la situazione contributiva e, a fronte di una situazione debitoria verso l’Inps di 235mila euro, la risposta del fondo volo non è a sostegno del reddito dei lavoratori». Così la Cigs sarà di 800 – 950 euro al mese per lavoratore.
Lapidario Ciraci: «È l’ennesimo fallimento dell’imprenditoria nostrana che pensa che il settore del trasporto aereo possa essere terreno di facili conquiste. Noi siamo stati scettici fin dall’inizio».
L’euro simbolico messo da Riccardo Toto per riportare in volo la Livingston lasciata in braghe di tela da Massimo Ferrero, ora presidente della Sampdoria, non è bastato a coronare il sogno del figlio di Carlo Toto, ex patron di AirOne.
«Ci ho creduto fino in fondo, ma ora non c’è più alcuna speranza di ripartire. Le manifestazioni di interesse da parte di una società svizzera e di un’altra società interessata al Coa (la licenza di operatore aereo, ndr) si sono dissolte completamente», dice Riccardo Toto.
Oltretutto Enac ha già reso noto che non permetterà di vendere il Certificato di operatore aereo.
Riccardo Toto parla di «mercato difficile» ma punta il dito anche sulla regione Sardegna che «ci deve tanti soldi, 10 milioni e 800mila euro per un volato mai pagato», appunta. Poi la stoccata: «Ci è stato negato di operare la tratta Fiumicino – Alghero perché abbiamo consegnato la fidejussione in ritardo di 42 ore e quando noi abbiamo smesso di volare, ci ha pensato Alitalia a sostituirci pur consegnando la fidejussione dovuta dopo sei mesi. Sarebbe stato un contratto da 15 milioni di euro l’anno per cinque anni».
Ma la new Livingston doveva essere anche la compagnia dei voli a lungo raggio, charter, che invece sono stati chiusi quasi subito dopo essere stati aperti. Troppa ingenuità o faciloneria? «Bisogna avere idee e provare a metterle a punto», commenta Riccardo Toto. «Mi spiace molto per come sia andata a finire».
Ai 160 dipendenti tra personale di terra e di volo che hanno creduto nella ripresa e nel possibile rilancio del vettore aereo, non resta che abbandonare ogni speranza.
L’avventura della New Livingston, decollata sulle ceneri della precedente compagnia aerea sempre basata a Cardano al Campo, è terminata. Ieri è stata scritta la parola fine.