NEW YORK – La città di New York fa causa a TikTok, Facebook e YouTube accusando i social di creare dipendenza nei giovani. Secondo lo psicoterapeuta Giuseppe Lavenia, docente Universitario e presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo, “la recente battaglia legale intrapresa da New York contro colossi digitali quali TikTok, Facebook e YouTube illumina un problema che trascende l’uso dei dispositivi: l’effetto corrosivo della dipendenza tecnologica sui nostri giovani”. “Nel cuore di questa tempesta digitale – mette in luce Lavenia – c’è un vuoto emotivo, un bisogno di connessione reale che la tecnologia finge di colmare ma, in realtà, allarga.
La corsa ai ‘mi piace’ e alle condivisioni maschera una fame di relazioni significative, di essere visti e compresi realmente, non attraverso uno schermo”, per questo c’è bisogno di “un intervento deciso e cosciente, specialmente da parte dei genitori”. “In un mondo sempre più frenetico, anche i genitori sono vittime di questa stessa tecnologia, cercando di bilanciare tempo, lavoro e relazioni personali. E in questo vortice, la soluzione più facile sembra essere quella di lasciare che uno schermo intrattenga o addirittura educhi i nostri figli – evidenzia Lavenia – Ma è una scorciatoia pericolosa. Un dispositivo elettronico non può sostituire il calore di una conversazione, l’apprendimento che avviene attraverso il gioco fisico o le lezioni di vita che solo le interazioni umane possono insegnare.
Non si tratta di demonizzare la tecnologia o di ignorare il suo potenziale educativo e di connessione. Al contrario, è un appello a riequilibrare le scale, a ricordarci che prima di essere genitori digitali, siamo custodi delle relazioni umane dei nostri figli. Questo significa insegnare loro a navigare nel mondo digitale con critica e discernimento, ma anche garantire che sappiano come costruire e mantenere relazioni nel mondo reale. La nostra responsabilità è grande, ma non dobbiamo affrontarla da soli. Creare una comunità di genitori, educatori ed esperti che possano condividere esperienze, dubbi e strategie è fondamentale. Solo così potremo garantire che la tecnologia rimanga uno strumento al servizio del benessere dei nostri figli, non un ostacolo alla loro crescita emotiva e sociale”.